Presentato Messaggio del Papa per Giornata mondiale della pace 2009

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Combattere la povertà, costruire la pace” è il titolo del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2009, presentato questa mattina nella Sala Stampa vaticana, alla presenza dei vertici del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il cardinale Renato Raffaele Martino e l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi.Molte le domande e molti i temi sollevati dai giornalisti in Sala Stampa Vaticana, al termine della presentazione del Messaggio del Papa. La sintesi nel servizio di Amedeo Lomonaco:

Presentando il messaggio del Papa, il cardinale Martino ha sottolineato che la disparità tra ricchi e poveri è un problema che si impone alla coscienza dell’umanità, poiché “le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da compromettere l’autentico e armonico progresso della comunità mondiale”. A questa disparità – ha fatto notare il cardinale – si aggiungono povertà immateriali:

“Nelle società cosiddette ricche e progredite esistono ampi fenomeni di povertà relazionale, morale e spirituale. Molte persone sono alienate e vivono forme di disagio nonostante il generale benessere economico”.

Disarmo e sviluppo, implicazioni morali

Sul piano morale la relazione tra povertà e malattie pandemiche non può prescindere da due priorità: la necessità di mettere medicine e cure necessarie a disposizione dei popoli poveri e l’urgenza di approntare campagne di educazione a una sessualità pienamente rispondente alla dignità della persona. Un’altra relazione, quella tra disarmo e sviluppo – ha osservato il porporato – è ricca di implicazioni morali:

“Il Santo Padre invita gli Stati a fare sincera autocritica. Richiesta molto fondata, perché la spesa militare mondiale del 2007 è stata pari a 1339 miliardi di dollari”.

Crisi alimentare mondiale

Un altro nodo segnalato dal Santo Padre è quello che riguarda l’attuale crisi alimentare:

“Tale crisi è caratterizzata non da insufficienza di cibo, ma dalla mancanza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze”.

Riscoprire il codice etico comune

Per rispondere a queste emergenze occorre riscoprire la legge naturale, quel “codice etico comune” che consente di dare senso al comune impegno per costruire la pace. Applicare correttamente questo codice – ha osservato il cardinale Martino – significa anche saper interpretare l’attuale fenomeno della globalizzazione:

“La marginalizzazione dei poveri del pianeta e le tristi condizioni della loro esistenza possono trovare nella globalizzazione validi strumenti di riscatto solo se ogni uomo sentirà quelle ingiustizie e quelle violazioni dei diritti umani come se fossero subite da lui stesso”.

In attesa dell’enciclica di Benedetto XVI

La presentazione del messaggio del Papa è stata anche l’occasione per affrontare vari temi legati all’attualità. Rispondendo ad un giornalista sulla possibile pubblicazione, in tempi brevi, di una nuova enciclica papale, il cardinale Martino ha affermato:

“Aspettiamo tutti l’enciclica e speriamo che possa essere pubblicata ai primi dell’imminente nuovo anno. Immagino che questi argomenti presenti nel messaggio per la pace, saranno sviluppati ancora con più estensione nella nuova enciclica”.

Battaglia della Chiesa contro l’Aids

Un giornalista ha poi chiesto se la battaglia della Chiesa contro il flagello dell’Aids potrebbe essere più credibile riconoscendo l’efficacia sanitaria del preservativo. Mons. Giampaolo Crepaldi ha così risposto:

“In Africa mancano molte cose. Delle volte manca tutto ma non mancano i preservativi. L’esercizio della sessualità non va staccato dalla persona. La sessualità non è un atto meccanico, ma deve essere veramente un’esperienza della persona. Quindi, la grande sfida è quella di sviluppare la persona in tutti i suoi elementi, in tutte le sue componenti”.

Depenalizzazione dell’omosessualità

E’ stato infine richiesto un ulteriore chiarimento sul progetto di risoluzione per la depenalizzazione dell’omosessualità. Padre Fedrico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ha ricordato la posizione della Chiesa:

“La Chiesa, certamente, è per una depenalizzazione, decriminalizzazione dell’omosessualità: non è per un riconoscere delle leggi penali che considerino, come un crimine, l’omosessualità. Allo stesso tempo, non ritiene che tutti gli orientamenti sessuali vadano esposti esattamente sullo stesso piano, in tutte le situazioni, rispetto a tutte le norme”.

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