Premi Nobel per la pace, intervista con Gorbaciov

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Per promuovere una globalizzazione dal volto umano, per respingere il diffondersi della violenza e rispettare la diversità culturale, i politici devono interagire con una società civile rafforzata. E’ quanto emerge dalla dichiarazione finale del V Summit mondiale dei Nobel per la pace, presentata ieri a Roma. Ce ne parla Amedeo Lomonaco:

Nella dichiarazione non vengono celati i timori per la ripresa della corsa agli armamenti convenzionali e nucleari, per il disprezzo del diritto internazionale e per l’incapacità dei governi di affrontare adeguatamente i problemi della povertà e del degrado ambientale. Nel documento si sottolinea, inoltre, l’urgenza di affrontare le radici del terrorismo, povertà, ignoranza e ingiustizia, piuttosto che rispondere alla violenza ricorrendo all’uso della forza.

Dichiarazione di Gorbaciov alla Radio Vaticana

La stabilità mondiale – sostengono i premi Nobel per la pace – si può perseguire attraverso la cooperazione, il dialogo e non investendo nelle armi. Ascoltiamo in proposito l’ex presidente dell’URSS, Mikhail Gorbaciov:

“Il ricorso alla violenza prevale oggi sulla difesa delle peculiarità culturali, storiche e religiose dei diversi Stati. Ma questo non vuol dire che i processi tesi a promuovere la pace possano procedere senza il coinvolgimento dei Paesi occidentali e delle superpotenze. Gli Stati in via di sviluppo hanno bisogno della loro collaborazione”.

Preoccupazione per la situazione in Iraq

Grande preoccupazione è stata espressa anche per la situazione in Iraq, dove “la guerra ha creato un focolaio di pericolosa instabilità e un terreno fertile per il terrorismo”. Tra gli obiettivi indicati nel documento viene dato particolare rilievo agli sforzi volti a risolvere la crisi in Medio Oriente e a rafforzare il Trattato di non proliferazione nucleare.

 

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