Papa Francesco a Bari prega per la pace in Medio Oriente

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© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Visita di Papa Francesco a Bari e incontro ecumenico con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente.

Nella notte del “Medio oriente in agonia”, la pace si raggiunge con “la volontà reale di ascolto e dialogo”, non con “le tregue garantite da muri” e “le prove di forza”. Con queste parole, pronunciate sul sagrato della Basilica di San Nicola a conclusione della visita a Bari, Papa Francesco ribadisce che non c’è alternativa possibile alla pace.

Auspicando che “l’’arte dell’incontro prevalga sulle strategie dello scontro”, il Pontefice esorta a trasformare “le urla di guerra in canti di pace”.

 

Per fare questo è essenziale che chi detiene il potere si ponga finalmente e decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi. Basta ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti! Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente! Basta usare il Medio Oriente per profitti estranei al Medio Oriente!

Guerra figlia del potere e della povertà

La guerra – aggiunge Francesco – è una piaga che colpisce soprattutto la povera gente:

Pensiamo alla martoriata Siria, in particolare alla provincia di Deraa. Lì sono ripresi aspri combattimenti che hanno provocato un ingente numero di sfollati, esposti a sofferenze terribili. La guerra è figlia del potere e della povertà. Si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria. 

Tanti conflitti – spiega poi il Pontefice – “sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo” ma “la violenza è sempre alimentata dalle armi”:

Non si può alzare la voce per parlare di pace mentre di nascosto si perseguono sfrenate corse al riarmo. È una gravissima responsabilità, che pesa sulla coscienza delle nazioni, in particolare di quelle più potenti. Non si dimentichi il secolo scorso, non si scordino le lezioni di Hiroshima e Nagasaki, non si trasformino le terre d’Oriente, dove è sorto il Verbo della pace, in buie distese di silenzio. Basta contrapposizioni ostinate, basta alla sete di guadagno, che non guarda in faccia a nessuno pur di accaparrare giacimenti di gas e combustibili, senza ritegno per la casa comune e senza scrupoli sul fatto che il mercato dell’energia detti la legge della convivenza tra i popoli!

La speranza ha il volto dei bambini

Per aprire sentieri di pace, il Papa chiede infine che siano tutelate anche le minoranze, che sia garantito il diritto alla comune cittadinanza. Anche i cristiani – sottolinea – sono “ cittadini a pieno titolo, con uguali diritti”. Volgendo lo sguardo a Gerusalemme, Francesco ribadisce poi che lo “status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale”. “Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi – aggiunge il Papa – potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”. In Medio Oriente, dove “da anni, un numero spaventoso di piccoli piange morti violente in famiglia”, la speranza – conclude Francesco – ha il volto dei bambini:

Gli occhi di troppi fanciulli hanno passato la maggior parte della vita a vedere macerie anziché scuole, a sentire il boato sordo di bombe anziché il chiasso festoso di giochi. L’umanità ascolti – vi prego – il grido dei bambini, la cui bocca proclama la gloria di Dio (cfr Sal 8,3). È asciugando le loro lacrime che il mondo ritroverà la dignità.

Dopo il pranzo all’arcivescovado, il congedo del Papa dai Patriarchi e, a seguire, dalle autorità locali. Prima di lasciare Bari per fare rientro in elicottero in Vaticano, Francesco ha visitato brevemente la cattedrale del capoluogo pugliese.

Bari

Giornata aperta dalla preghiera ecumenica

Papa Francesco e i capi delle Chiese delle comunità cristiane del Medio Oriente sono giunti a Bari, “finestra spalancata sul vicino Oriente”. In questa città “dell’incontro e dell’accoglienza” – ha detto Papa Francesco introducendo la preghiera ecumenica per la pace – portiamo nel cuore “le nostre Chiese, i popoli e le molte persone che vivono situazioni di grande sofferenza”.

Dalla rotonda sul lungomare, l’orizzonte e il mare sono un impulso – ha aggiunto il Pontefice – “a vivere una giornata con la mente e il cuore rivolti al Medio Oriente, crocevia di civiltà e culla delle grandi religioni monoteistiche”.

 

Lì è venuto a visitarci il Signore, ‘sole che sorge dall’alto’ (Lc 1,78). Da lì si è propagata nel mondo intero la luce della fede. Lì sono sgorgate le fresche sorgenti della spiritualità e del monachesimo. Lì si conservano riti antichi unici e ricchezze inestimabili dell’arte sacra e della teologia, lì dimora l’eredità di grandi Padri nella fede. Questa tradizione è un tesoro da custodire con tutte le nostre forze, perché in Medio Oriente ci sono le radici delle nostre stesse anime.

In Medio Oriente fitta coltre di tenebre

Ma in questa splendida regione – ha aggiunto il Papa – sono purtroppo molteplici i segni di devastazione:

Si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti. Il Medio Oriente è divenuto terra di gente che lascia la propria terra. E c’è il rischio che la presenza di nostri fratelli e sorelle nella fede sia cancellata, deturpando il volto stesso della regione, perché un Medio Oriente senza cristiani non sarebbe Medio Oriente.

I cristiani sono luce del mondo

Riferendosi anche allo scenario in chiaroscuro del Medio Oriente, il Papa ha spiegato che i cristiani sono luce del mondo “non solo quando tutto intorno è radioso, ma anche quando, nei momenti bui della storia, non si rassegnano all’oscurità che tutto avvolge e alimentano lo stoppino della speranza con l’olio della preghiera e dell’amore”. Il Pontefice ha quindi elevato una preghiera di pace:

Preghiamo uniti, per invocare dal Signore del cielo quella pace che i potenti in terra non sono ancora riusciti a trovare. Dal corso del Nilo alla Valle del Giordano e oltre, passando per l’Oronte fino al Tigri e all’Eufrate, risuoni il grido del Salmo: «Su te sia pace!» (122,8). Per i fratelli che soffrono e per gli amici di ogni popolo e credo, ripetiamo: Su te sia pace! Col salmista imploriamolo in modo particolare per Gerusalemme, città santa amata da Dio e ferita dagli uomini, sulla quale ancora il Signore piange: Su te sia pace!

Sia pace

“Sia pace”, ha ribadito il Papa. Una preghiera toccante che si contrappone ai segni di odio e di morte:

L’indifferenza uccide e noi vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza. Vogliamo dare voce a chi non ha voce, a chi può solo inghiottire lacrime, perché il Medio Oriente oggi piange, soffre e tace, mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze. Per i piccoli, i semplici, i feriti, per loro dalla cui parte sta Dio, noi imploriamo: sia pace!

Bari, papa Franjo: Neka bude mir na Bliskom istoku

Sveti Otac: Molimo zajedno kako bismo od Gospodara neba izmolili onaj mir koji ovozemaljski moćnici još nisu uspjeli pronaći

Amedeo Lomonaco – Vatikan

Papa Franjo i poglavari Crkvi i kršćanskih zajednica Bliskog istoka jutros su stigli u talijanski grad Bari koji je kao „širom otvoren prozor prema Bliskom istoku“. U tom gradu „susreta i prihvaćanja” nosimo u srcu „svoje Crkve, narode i mnoge ljude koji žive u okolnostima velike patnje” – rekao je Papa uvodeći u ekumensku molitvu za mir – Od kružnog toka na rivi, vidokrug i more potiču nas da živimo ovaj dan umom i srcem usmjereni prema Bliskom istoku, raskrižju civilizacija i kolijevci velikih monoteističkih religija.

Tamo nas je pohodio Gospodin, “mlado sunce s visine” – rekao je Sveti Otac i nastavio – Od tamo se u čitav svijet širilo svjetlo vjere. Tamo su izvirali svježi izvori duhovnosti i monaštva. Tamo se čuvaju jedinstveni stari obredi i neprocjenjivo blago sakralne umjetnosti i teologije, tamo se nalazi nasljeđe velikih Otaca vjere. Ta je tradicija blago koje trebamo čuvati svim svojim snagama, jer su na Bliskom istoku korijeni naših vlastitih duša.

No, u tom su prekrasnom kraju nažalost mnogi znakovi razaranja – rekao je papa Franjo i dodao – Osobito se posljednjih godina navukao gust oblak tame: rat, nasilje i razaranje, okupacije i oblici fundamentalizma, prisilne migracije i napuštenosti, a pred svim tim mnogi šute i u tom sudjeluju. Bliski je istok postao zemlja ljudi koji napuštaju svoju zemlju. Opasnost je da s tog područja nestanu naša braća i sestre u vjeri, čime bi se nagrdilo samo lice vjere, jer Bliski istok bez kršćana ne može biti Bliski istok.

Papa je zatim objasnio da su kršćani svjetlo svijeta „ne samo kada sve okolo blista nego i u najmračnijim trenucima povijesti ne prepuštajući se tami koja obavija sve, te oni uljem molitve i ljubavi podržavaju fitilj nade.

Sveti Otac je, stoga, uputio molitvu za mir: Molimo zajedno kako bismo od Gospodara neba izmolili onaj mir koji ovozemaljski moćnici još nisu uspjeli pronaći. Od rijeke Nila do Jordanske doline i šire, preko rijeke Oront do Tigrisa i Eufrata, odzvanja vapaj psalma: „Mir tebi!” Radi braće koji trpe i prijatelja iz svakog naroda, molimo: Mir vama! S psalmistom ga posebno molimo za Jeruzalem, sveti grad od Boga ljubljeni i od ljudi ranjeni, nad kojim još uvijek Gospodin plače: Mir tebi!

“Neka bude mir”, molio je papa Franjo suprotstavivši se na taj način znakovima mržnje i smrti.  Ravnodušnost ubija i mi želimo biti glas koji se suprotstavlja ubojstvu ravnodušnosti. Želimo dati glas onima koji ga nemaju, onima koji samo mogu gutati suze, jer Bliski istok sada plače, trpi i šuti, dok ga drugi gaze tražeći moć i bogatstvo. Za djecu, za one jednostavne, ranjene, za one na čijoj je strani Bog, molimo: neka bude mir! – zaključio je Papa.

Ökumenikus imatalálkozó Bariban. Közel-Kelet a keresztények nélkül elveszítené önazonosságát

Ferenc pápa július 7-én délelőtt a keresztény egyházak vezetőivel együtt imádkozott a Közel-Kelet békéjéért Bari tengerparti sétányán. Istenhez fohászkodtak békéért, melyet itt a földi hatalmasoknak nem sikerült megteremteniük.

Amedeo Lomonaco – Vatikán

Szent Miklós, a katolikusok és ortodoxok által tisztelt szent

Szombaton délelőtt került sor a dél-olaszországi Bariban az ökumenikus imatalálkozóra, melyet Ferenc pápa a találkozás és a befogadás helyének nevezett. Szívünkben hordozzuk egyházainkat, népeinket és a szenvedő embereket – mondta. A tengerparti sétányon imádkoztak együtt az egyházi vezetők, miután a Szent Miklós-bazilika kriptájában lerótták tiszteletüket kelet és nyugat e szentje előtt.

Közel-Keletről eltűnőben van a kereszténység

Az utóbbi években Közel-Kelet, mely a kereszténység bölcsője, sajnálatos módon háborúk, erőszak, pusztítás és szélsőségesség martalékává vált, ahonnan elmenekülni kényszerültek testvéreink. Mindez sokak hallgatásával és cinkosságával zajlott – állapította meg a Szentatya. Fennáll a veszély, hogy a keresztények jelenlétét eltörlik ebben a térségben, nélkülük azonban Közel-Kelet elveszítené sajátos arculatát.

Könyörögjünk együtt: Legyen béke!

Pedig a keresztények adják a világ világosságát nem pusztán akkor, amikor minden ragyogó körülöttünk, hanem a történelem sötét pillanataiban is, hiszen az imádság és a szeretet olajával táplálják a remény kanócát – fogalmazott a pápa. Kérjük tehát együtt az Úrtól szenvedő testvéreink számára a békét, amelyet a földi hatalmasoknak még nem sikerült meglelniük. Legyen béke! A közömbösség öl, ezért fölemeljük hangunkat a gyilkos közöny ellen. Hangot adunk azoknak, akiknek nincs hangja, akik csak könnyeiket nyelik, mert ma a Közel-Kelet sír, szenved és hallgat, mialatt mások letapossák hatalom és gazdagság után kutatva. A kicsinyekért, az egyszerű emberekért, a sebesültekért, azokért, akik mellett áll Isten, könyörögjünk: legyen béke!

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