Intervista con padre Sorge su politica italiana

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“La politica è malata. Ha ancora senso impegnarsi in politica?” Questo il tema della conferenza, tenutasi ieri a Roma, in occasione dell’apertura ufficiale della “Scuola di politica e del territorio Praxis” che ha la finalità di valorizzare il senso della partecipazione civica ed il legame con il territorio. All’incontro è intervenuto il gesuita padre Bartolomeo Sorge, profondo conoscitore della situazione italiana e internazionale, che ha analizzato al microfono di Amedeo Lomonaco, i punti deboli dell’attuale scenario politico:

 

R. – In questa svolta storica che stiamo vivendo dopo la fine delle ideologie, la politica ha ormai perso la tensione morale, la tensione ideale. E se manca l’ideale cadiamo nel pragmatismo, nella burocrazia, in una politica senza anima. Questa è la grave situazione in cui ci troviamo.

Decadimento del senso politico

D. – La prorompente diffusione di valori materiali e la contemporanea perdita di ideali strutturano una cultura basata sull’individualismo. E’ questo l’iter del processo che conduce al decadimento del senso politico teso al bene comune?

R. – Questo è proprio il problema numero uno della situazione di oggi. C’è stata l’illusione diffusa che la fine del socialismo reale abbia significato la vittoria del neo-liberismo, la forma ultima del capitalismo classico. Il Papa nella Centesimus annus, dice giustamente che non è così. Il pericolo è che questa logica del mercato diventi l’unico modo, l’unico parametro per giudicare la bontà delle scelte. Questo è gravissimo perché costituisce una forma di materialismo strisciante che praticamente abbatte tutti gli ideali.

Integrità politica

D. – L’integrità politica è un obiettivo sempre realizzabile oppure a volte diventa inevitabile scendere a dei compromessi?

R. – Ci possono essere dei momenti di fragilità e di debolezza. Siamo tutte creature umane. Però l’importante è che ci sia questa tensione che nasce da una visione della politica intesa come servizio. Molta gente demonizza il potere, ma senza potere non si fa nulla. Se devo cambiare le cose, devo avere il potere di cambiarle. Allora, qual è l’insegnamento sociale della Chiesa su questo punto? Il potere è un mezzo, non è un fine. Quindi il potere è uno strumento necessario per fare politica. Ma la politica è finalizzata al potere, si capovolge tutto e si pregiudica la costruzione di un mondo nuovo. E’ fondamentale, quindi, ribadire il primato dell’etica nella politica che utilizza il potere per lo sviluppo dell’uomo e la giustizia dei popoli.

Globalizzazione e politica

D. – I processi di globalizzazione in atto possono favorire una presa di coscienza globale ed una partecipazione politica collettiva?

R. – La globalizzazione non è né un bene né un male; se noi riusciremo ad orientare i processi di mondializzazione al servizio dell’uomo, potremmo godere dei frutti straordinari. Se invece questo processo è lasciato alla logica individualistica e neo-liberista, i pericoli sono molto gravi: può nascere una nuova, grave forma di colonialismo: un colonialismo culturale che sarebbe peggiore di quello economico che abbiamo conosciuto in passato.

Scuola di politica

D. – Quali sono gli obbiettivi, le finalità, le proposte didattiche della scuola di politica e del territorio “Praxis”?

R. – Credo che sia un’iniziativa provvidenziale, perché siamo tutti impreparati di fronte ai cambiamenti inediti dei nostri tempi. Abbiamo bisogno di formazione ed il fatto che si vadano moltiplicando luoghi di formazione della nuova classe dirigente e della coscienza dei cittadini, è un fatto assolutamente necessario.

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