Non un terrorista uomo ucciso a Londra

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

L’uomo ucciso nella metropolitana di Londra non era un integralista islamico e non stava per compiere un attacco kamikaze. E’ l’ammissione di Scotland Yard che in una nota esprime grande “rammarico” per la “tragedia”. Il capo della polizia britannica, sottolineando la mancanza di legami tra le stragi del 7 luglio e i falliti attentati del 21 luglio, ha ribadito che gli agenti hanno l’ordine di sparare alla testa per uccidere sospetti attentatori. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Era estraneo agli attentati che hanno sconvolto Londra l’uomo ucciso venerdì scorso da un agente in borghese in una stazione della metropolitana. Lo ha ammesso la polizia britannica accettando la piena responsabilità dell’accaduto e precisando che la vittima, un elettricista brasiliano di 27 anni, non era un terrorista e non aveva addosso esplosivi. Dopo aver appreso del tragico errore, il ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorim, partito alla volta di Londra per partecipare ad un vertice sulla riforma dell’ONU, ha chiesto un incontro con il suo collega britannico Straw per ricevere chiarimenti su quanto accaduto.

Indagini della polizia

Proprio per cercare di ricomporre i tasselli di questo drammatico episodio, indagano il direttorato della polizia ed una commissione indipendente. Si cercherà di capire come un ragazzo di 27 anni, forse spaventato da un inseguimento iniziato probabilmente per un tragico equivoco, sia stato ucciso davanti a decine di passeggeri della metropolitana. L’episodio sembra destinato a scatenare le critiche soprattutto della comunità musulmana che contesta l’ordine di uccidere sospetti kamikaze. La stampa britannica, riconoscendo le difficoltà della lotta al terrorismo, denuncia infine la gravità dell’errore: “L’episodio – si legge sul Sunday Times – rafforza l’impressione di una città in stato di assedio”.

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