Nel 2008, un milione di pellegrini a Betlemme

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Aumentano i pellegrinaggi in Terra Santa: Betlemme ha dato il benvenuto al milionesimo pellegrino arrivato nel 2008, un polacco accolto domenica dal sindaco e dalla banda. Si tratta di un traguardo importante per la città della Terra Santa, dove quest’anno si è registrato un incremento di pellegrini dell’80% rispetto al 2007. E’ un dato incoraggiante che è frutto, soprattutto, di una migliore situazione politica nei Territori. E’ quanto conferma, al microfono di Amedeo Lomonacopadre Severino, direttore della “Casa Nova” a Betlemme, struttura di accoglienza per pellegrini gestita dalla Custodia di Terra Santa:

 

R. – Penso che la presenza numerosa dei pellegrini in Terra Santa sia sempre, in qualche modo, il metro della situazione. La gente si sente di nuovo sicura, capisce di poter venire a Betlemme. Non c’è paura. Vuol dire che anche la situazione politica è cambiata un po’, in meglio. Ovviamente ci dobbiamo rendere conto del fatto che in questo momento c’è la crisi del governo israeliano: a febbraio dell’anno prossimo ci saranno le elezioni. E dobbiamo pensare anche al cambiamento del presidente degli Stati Uniti. Sono, questi, fattori molto importanti per la politica in Terra Santa, in Israele e Palestina. Si vede che c’è la volontà di riprendere questo dialogo che potrebbe porre fine a questo lungo conflitto tra Israele e Palestina.

I più numerosi sono i pellegrini russi

D. – Tra i segni incoraggianti ci sono, appunto, i pellegrinaggi. Da sottolineare che a cambiare non sono solo le cifre relative ai pellegrini in questi ultimi anni, ma anche le coordinate geografiche: molti arrivano da Russia, Brasile…

R. – Si deve sottolineare che i pellegrini russi, ortodossi, secondo le statistiche occupano il primo posto per numero di persone arrivate. Molti pellegrini arrivano poi dalla Polonia, dalla Slovenia e dal Sud America, soprattutto dal Brasile.

Pellegrinaggi mordi e fuggi

D. – Le cose vanno dunque meglio, ma resta il problema delle visite “mordi e fuggi” che penalizzano albergatori e commercianti…

R. – La media di ogni gruppo è ormai minimo di due giorni. Dunque anche questo dato sta cambiando, ma c’è ancora molto da fare. Non possiamo abbandonare i cristiani di Betlemme, la popolazione di Betlemme. Non si tratta di business, ma di pura e vera sopravvivenza, perché altro lavoro non c’è.

Betlemme e il muro

D. – Una popolazione che vive circondata da un muro…

R. – Un muro che è sempre più difficile da oltrepassare e dunque le possibilità di lavorare fuori Betlemme, praticamente, per la maggior parte della popolazione non esistono.

Pellegrinaggi e pace

D. – Il pellegrino non è solo un motore per il turismo, ma anche un segno concreto per sperare nella fine del conflitto israelo-palestinese…

R. – E’ certamente un segno di speranza! Dobbiamo dire che molto spesso i nostri cristiani di Betlemme e di altre città si sentono un po’ abbandonati, soli: hanno la consapevolezza di vivere come minoranza. Dunque, vedere questi pellegrini che vengono da tutto il mondo è un segno molto incoraggiante per la popolazione, per i cristiani di Betlemme, di Gerusalemme. E penso anche che sia un invito ai governi di Israele e della Palestina di pensare seriamente alla pace, perché con la pace può veramente arrivare la prosperità e la gioia in questa terra.

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