Donne migranti e multiculturalismo

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Le donne migranti possono essere “agenti di multiculturalismo” e possono avere “una grande influenza sull’apertura delle nuove generazioni ad altre culture”. E’ quanto ha affermato l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti intervenendo al Seminario internazionale, sul tema: “Il ruolo delle donne migranti nella promozione delle identità multiculturali”, chiuso ieri a Roma. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

“Dimostrando gli aspetti positivi della propria cultura e delle proprie tradizioni – ha detto il presule – la donna migrante può mostrare che tutte le culture hanno qualcosa con cui arricchire le altre e spianano la strada all’apertura verso culture, costumi e tradizioni differenti”. Si può così dare visibilità – ha aggiunto l’arcivescovo – “a ciò che le culture hanno in comune”. Ma questo – ha poi precisato mons. Marchetto – non può però portare ad “accettare tutto di un’altra cultura in modo indiscriminato”. Il segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti ha quindi sottolineato come sia “fondamentale distinguere tra cosa le società riceventi possano e non possano tollerare in altre culture”.

Diversità culturale

La diversità culturale – ha affermato il presule – deve essere anche considerata nel contesto della “fondamentale uguaglianza di tutti gli individui e di tutti i popoli”. Rimarcando il diritto delle migranti alla loro identità, mons. Marchetto ha ricordato inoltre come le donne, soprattutto se diventano “principale fonte di sostentamento della famiglia”, abbiano “un importante effetto sociale” nelle società d’origine”. La donna migrante – ha poi sottolineato il presule – è importante anche per il Paese che la ospita, perché può consentire alle donne di quello Stato “di intraprendere attività che altrimenti non potrebbero svolgere”.

Seminario promosso dall’Oim

 Il seminario, conclusosi ieri a Roma, è stato promosso dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) e dall’Organizzazione islamica per l’educazione, le scienze e la cultura (ISESCO). Durante il convegno è stato preso in esame, in particolare, il ruolo delle religioni nei processi di integrazione e delle donne nello sviluppo di una percezione più equilibrata delle differenze culturali.

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