Mons. Auza: eliminare armi nucleari

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il nostro lavoro – come ha scritto Papa Francesco nel suo messaggio a questa Conferenza – è un “esercizio di speranza” e anche “un passo decisivo nel cammino verso un mondo senza armi nucleari”. E’ quanto ha affermato mons. Bernardito Auza, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, intervenendo in questi giorni a New York alla Conferenza dell’Onu, finalizzata a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari che conduca alla loro totale eliminazione. Per definire un tale strumento – ha detto il presule – la delegazione della Santa Sede sottolinea l’importanza di 7 priorità.

Superare la logica della deterrenza

In primo luogo – ha spiegato mons. Auza – la minaccia della distruzione reciproca attraverso le armi nucleari non può essere la base per un’etica della fraternità e della convivenza pacifica tra gli Stati.

Il dialogo è una delle strade verso la pace

Il secondo aspetto riguarda le vie fondamentali per promuovere la pace: tra queste ci sono l’incontro, il dialogo e il rafforzamento della fiducia.

Distruggere le armi atomiche

In terzo luogo – ha ricordato mons. Auza – ogni Stato deve impegnarsi a fare tutto il possibile per eliminare le armi nucleari e per distruggere quelle stoccate.

Servono condanne inequivocabili

Una quarta cruciale questione è legata alle sofferenze inflitte a quanti sopravvivono alle armi nucleari. Si tratta – ha sottolineato il presule – di una violazione del diritto internazionale da condannare in modo inequivocabile.

Gli Stati si impegnino in attività di bonifica

In quinto luogo, gli Stati devono assumersi le loro responsabilità per l’assistenza alle vittime e per le attività di bonifica ambientale nelle aree contaminate in seguito a test e ad incidenti nucleari.

Educare ogni generazione alla pace

La sesta questione concerne l’obbligo di perseguire iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica. Mons. Auza ha sottolineato che si deve educare ogni generazione alla pace. Un obiettivo, questo, che non può essere raggiunto esclusivamente con mezzi militari. E, soprattutto, non si può conseguire tramite il possesso di ordigni nucleari e di altre armi di distruzione di massa.

Si investa nello sviluppo umano integrale

Il settimo aspetto riguarda il modo migliore – ha detto il presule – per garantire pace e sicurezza nello scenario internazionale: investire nello sviluppo umano integrale. Questa conferenza – ha concluso l’osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite – è un atto di sfida contro la logica della paura.

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