Mondo sotto shock per il cataclisma in Asia

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ora dopo ora assume i contorni di una tragedia immane il cataclisma che ha devastato il Sud-Est asiatico provocando la morte di più di 23 mila persone. Un bilancio, purtroppo, destinato ad aggravarsi. Giovanni Paolo II è vicino alle popolazioni colpite dal maremoto. Il Papa, che stamani si è raccolto in preghiera per le vittime e le loro famiglie, segue costantemente l’evolversi della crisi umanitaria attraverso il contatto con i nunzi apostolici delle zone colpite. Per un aggiornamento sulla situazione, ci riferisce in studio Amedeo Lomonaco:

Circa 11 mila morti nello Sri Lanka, almeno 6600 in India, 4700 in Indonesia e più di 1000 in Thailandia. E’ il tragico bilancio, ancora provvisorio, del maremoto innescato dal terremoto, con epicentro al largo dell’isola di Sumatra, che ha investito anche le Maldive, il Myanmar e il Bangladesh. Vere e proprie barriere d’acqua hanno raggiunto persino le coste africane del Kenya e della Somalia; in quest’ultimo Paese sono rimasti uccisi 100 pescatori. Ma la situazione più grave è quella dello Sri Lanka dove oltre all’impressionante numero di vittime, sono più di 800 mila gli sfollati. E sempre nello Sri Lanka, per evitare il possibile diffondersi di epidemie, sono stati bruciati molti cadaveri.

Tra le vittime, diversi turisti

Tra le persone morte nel Sud-Est asiatico ci sono anche diversi turisti: tra questi, 11 italiani, 3 francesi e tre austriaci. Per i geologi la magnitudo del terremoto è di 9 gradi della scala Richter: si tratta del quinto terremoto più forte degli ultimi cento anni. Secondo un’ipotesi avanzata dagli scienziati, il sisma potrebbe essere stato provocato da una scossa avvenuta lo scorso 23 dicembre a Sud-Est della Tasmania. Il movimento tellurico di ieri, favorito dalla conformazione del fondo marino e dalla vastità dell’oceano indiano ad ovest dell’epicentro, ha originato onde che in queste condizioni possono raggiungere velocità di 800 chilometri all’ora.

Inferno all’improvviso

L’arrivo di questi muri d’acqua, chiamati tsunami, è stato drammatico: un inferno all’improvviso. La sconvolgente forza devastatrice del maremoto si è aggiunta, infatti, alla mancanza di previsioni che facessero presagire l’imminenza della catastrofe e alla miseria delle popolazioni colpite. Dopo la sciagura, si è subito messa in moto la macchina dei soccorsi: l’ONU ha attivato squadre specializzate in disastri; la Russia ha messo a disposizione due aerei cargo; il coordinamento europeo per gli aiuti in Thailandia e Sri Lanka è stato affidato all’Italia, alla Francia e alla Svezia; la Croce Rossa Internazionale ha lanciato un appello per raccogliere 6,5 milioni di dollari. Nella provincia indonesiana di Aceh l’esercito di Giakarta ha proposto, infine, una tregua ai ribelli indipendentisti chiedendo loro di collaborare alle operazioni di soccorso.

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