Messaggio pasquale di leader cristiani di Terra Santa

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nessuna vera religione può giustificare la violenza. E’ quanto scrivono, nel loro messaggio di Pasqua, i 13 capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme che hanno anche inviato i loro auguri alla comunità ebraica. “L’esistenza stessa della città di Gerusalemme – si legge inoltre nel documento – è un segno paradossale della speranza che prevale il regno di Dio”. Su questo messaggio si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa:

R. – Gerusalemme è una città incredibile, bisogna venire qui per rendersene conto. Si tratta di una città che ha potenzialità incredibili. E’ veramente la casa di preghiera per tutti i popoli secondo la profezia di Isaia perché ci sono tutti: ci sono ebrei, cristiani, musulmani. E ci sono cristiani di tutte le Chiese. Veramente, tutto il mondo qui è raccolto. Allo stesso tempo, è anche una realtà molto ferita.

Gerusalemme, tra paura e speranza

Tutte queste comunità sono ferite dalla storia complicata e da relazioni che non sono mai scontate, ma sono sempre da costruire ogni giorno. Gerusalemme è tutto questo. C’è sicuramente la paura, il sospetto, che è segno della morte, ma ci sono anche tante possibilità, tante piccole realtà che si costruiscono nonostante tutto, che sono anche la speranza per il futuro.

Segni di morte

D. – A proposito di segni di morte, nel messaggio si condannano con massima fermezza le azioni che colpiscono in particolare le minoranze… “Coloro che perpetrano comportamenti così barbaro – scrivono i capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme – disumanizzano  essi stessi insieme alle loro vittime” …

R. – Sì, noi siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Queste azioni barbare, alle quali assistiamo purtroppo quasi quotidianamente, negano il progetto di Dio e negano anche il nostro essere uomini. E’ una cosa che deve essere condannata senza se e senza ma e senza equilibrismi.

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