Messa del cardinale Comastri nell’anniversario della morte di Paolo VI

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, ha presieduto ieri pomeriggio, nella Basilica di San Pietro, la Santa Messa nel 31.mo anniversario della morte di Paolo VI. In Papa Montini – ha detto il porporato – è sempre stato vivo “il desiderio di farsi piccolo per far emergere la grandezza di Gesù”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il ritratto di Paolo VI presentato dal cardinale Angelo Comastri è un mosaico di immagini: la prima è quella di Papa Montini “solo in cappella, inginocchiato per terra, a luci spente”. Un’altra istantanea è racchiusa nelle parole di Paolo VI che, inaugurando il Concilio Ecumenico Vaticano II, si paragona ad Onorio III, rappresentato nel mosaico dell’abside di San Paolo fuori le Mura “di proporzioni minuscole e col corpo quasi annichilito” che bacia i piedi a Cristo Pantokrator. Paolo VI – ha detto il cardinale Angelo Comastri – era sempre animato da un desiderio:

“…il desiderio di farsi piccolo per far emergere la grandezza di Gesù; il desiderio di scomparire per dare più spazio a Gesù nella Chiesa e nel mondo”.

Cuore missionario

In Papa Montini pulsava un cuore missionario: “forse la stessa scelta del nome ‘Paolo’ – ha spiegato il cardinale Angelo Comastri – nasceva dal desiderio di spendersi come il grande Apostolo delle genti”. Soffermandosi sul viaggio apostolico del 1970 nelle Filippine, il porporato ha poi ricordato le significative parole pronunciate da Paolo VI in quell’occasione:

“Io Paolo, successore di Pietro non sarei mai venuto da Roma fino a questo Paese estremamente lontano, se non fossi fermissimamente persuaso di due cose fondamentali: la prima è Cristo, la seconda è la vostra salvezza”.

Passione missionaria

La passione missionaria – ha poi detto l’arciprete della Basilica di San Pietro – attraversa tutta la vita di Papa Montini. Quando ad esempio nel 1954 è nominato arcivescovo di Milano immediatamente percepisce la scristianizzazione delle masse urbane e confida con lacerante preoccupazione:

“Questo mondo febbricitante e caleidoscopico, proteiforme e dalle mille facce… corre come un gigante lanciato. Ma facciamo attenzione: dove va? Ha occhi codesto gigante? L’uomo moderno ha la fame e il possesso dei mezzi, ma non ha l’ansia dei fini. E’ un gigante cieco”.

Missione evangelizzatrice della Chiesa

Paolo VI ha sempre ribadito l’importanza della missione evangelizzatrice della Chiesa: nel 1975, tre anni prima della sua morte, consegna alla Chiesa una profonda e coraggiosa riflessione sul tema della missione:

“Senza mezzi termini, egli afferma: evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa , la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare”.

Riflessione su tutta l’attività pastorale della Chiesa

Son parole forti – ha concluso il cardinale Angelo Comastri – che impongono una riflessione su tutta l’attività pastorale della Chiesa, affinché “sia tutta decisamente e coerentemente orientata all’evangelizzazione del mondo”.

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