Messa in Coena Domini. Omelia di Giovanni Paolo II

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La ”passione e la morte” di Cristo costituiscono ”il fondamentale servizio  d’amore con cui il Figlio di Dio ha liberato l’umanità dal peccato”. E’ quanto ha detto Giovanni Paolo II ieri pomeriggio nella Basilica di San Pietro nell’omelia  della Messa in Coena Domini, rito con il quale  si  apre il Triduo Pasquale e che celebra l’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio. Il Papa ha esortato i cristiani a seguire il “comandamento nuovo” dato da Gesù: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

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“Prima di celebrare l’ultima Pasqua con i discepoli – ha esordito Giovanni Paolo II – Gesù lavò loro i piedi. Con un gesto che di regola spettava al servo, volle imprimere nelle menti degli apostoli il senso di quanto sarebbe accaduto di lì a poco”.

“Infatti, la passione e la morte costituiscono il fondamentale servizio d’amore con il quale il Figlio di Dio ha liberato l’umanità dal peccato”.

Fare memoria

I cristiani – ha aggiunto il Papa – sanno di dover “fare memoria” del loro Maestro nel rendersi reciprocamente il servizio della carità. In particolare – ha detto – essi sanno di dover ricordare Gesù ripetendo il “memoriale” della Cena.

Per restare in Lui come tralci uniti alla vite, per amare come Lui ha amato è necessario nutrirsi del suo Corpo e del Suo Sangue”. 

L’importanza dei presbiteri

Fissando lo sguardo su Cristo che istituisce l’Eucaristia – ha aggiunto il Papa – prendiamo nuovamente coscienza dell’importanza dei presbiteri nella Chiesa e del loro legame con il sacramento eucaristico.

“Solo una Chiesa innamorata dell’Eucaristia genera, a sua volta, sante e numerose vocazioni sacerdotali”. 

“E lo fa – ha proseguito il Santo Padre – attraverso la preghiera e la testimonianza della santità, offerta in modo speciale alle nuove generazioni”. Dopo l’omelia e la raccolta delle offerte, destinate quest’anno ai bambini malati del Rwanda e del Burundi, ha avuto luogo il rito della lavanda dei piedi a dodici sacerdoti compiuto dai cardinali Joseph Ratzinger, decano del collegio cardinalizio, e Angelo Sodano, segretario di Stato.

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