Medio Oriente: colpita la sede del premier palestinese

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Sempre più critica la situazione in Medio Oriente: nella notte è stata colpita, a Gaza, la sede dell’ufficio del premier palestinese, Ismail Haniyeh. Il primo ministro ha definito l’operazione militare “un attacco contro un simbolo palestinese”. Il governo israeliano ha annunciato, inoltre, che lo Stato ebraico continuerà a colpire istituzioni legate ad Hamas. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Attacchi e proclami continuano a rendere esplosiva la situazione nei Territori: un nuovo raid, condotto nella notte nel nord della Striscia di Gaza, ha provocato la morte di un presunto militante del braccio armato di Hamas. Un elicottero israeliano ha colpito inoltre, a Gaza, la sede del primo ministro palestinese, Ismail Haniyeh. Il premier ha condannato il raid aereo contro il suo ufficio e ha chiesto alla comunità internazionale e alla Lega araba di intervenire per fermare le operazioni israeliane.

Israele: le azioni militari proseguiranno

Ma il ministro dell’Interno israeliano ha già detto che le azioni continueranno. Il ministro ha poi precisato che saranno colpite istituzioni legate ad Hamas fin quando non sarà rilasciato il soldato dello Stato ebraico, rapito domenica scorsa. Il premier israeliano Ehud Olmert ha ribadito, inoltre, che Israele “non è disposto a cedere a ricatti di alcun tipo”. La soluzione alla crisi israelo-palestinese sembra avere, a questo punto, una sola via di uscita: il presidente americano, George Bush, ha detto che la “chiave” per disinnescare l’alto stato di tensione in Medio Oriente è il rilascio del soldato israeliano.

Anche segnali di disgelo

Per ottenere questo obiettivo, Israele sarebbe disposta – secondo la Radio israeliana – a rilasciare otto ministri palestinesi, una ventina di deputati di Hamas e altri funzionari arrestati nei giorni scorsi. Ma in nessun caso – ha precisato l’emittente israeliana – i palestinesi reclusi in Israele, da oltre una settimana, potranno essere liberati. Nuovi segnali di disgelo arrivano, poi, dal presidente palestinese, Abu Mazen, secondo cui ci sono ancora spazi per possibili trattative. Da segnalare infine che Israele, per far fronte all’emergenza umanitaria nei Territori palestinesi, ha accettato di riaprire due valichi di ingresso a Gaza, dove mancano spesso carburante, acqua, corrente elettrica e medicine.

Foto:

By Israel Defense Forces (Standing Guard in Nablus) [CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons

 

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