Forme della globalizzazione

Il massimo studioso italiano di sociologia del lavoro Domenico De Masi spiega il senso della globalizzazione partendo dall’analisi delle sue forme. Quella di cui si parla oggi – dice Domenico De Masi – è solo l’esito più elaborato di una perenne tendenza umana ad esplorare e poi colonizzare tutto il territorio che si ritiene esistente, fino a farne un unico villaggio.

Domenico De Masi

10 forme di globalizzazione

La traduzione in pratica di questa tendenza è avvenuta in varie forme, dipendendo dalla creatività di un popolo, dalla sua intraprendenza, dalle sue elite, dalla sua aggressività e dalla disponibilità di tecnologie più o meno avanzate.

1) Una prima forma di globalizzazione consiste nella progressiva scoperta del pianeta e dell’universo per conoscerlo, cartografarlo e sfruttarne le risorse. I grandi esploratori e le grandi esplorazioni – Ulisse, Magellano, Colombo, Gagarin, Armstrong, ecc. – hanno spostato man mano i confini del mondo e hanno modificato l’immaginario collettivo, che ha identificato la Terra prima con un continente assolutamente piatto, poi con un globo immenso e sconosciuto ed ora con un pianeta tra i pianeti.

2) Una seconda forma di globalizzazione consiste nello scambio di merci entro un raggio sempre più esteso, fino a comprendere l’intero mondo conosciuto. Marx ed Engels ricordano nel 1848 con il Manifesto del partito comunista che “la scoperta dell’America, la circumanavigazione dell’Africa, il mercato delle Indie orientali e della Cina, la colonizzazione dell’America, gli scambi con le colonie, e l’aumento dei mezzi di scambio e delle merci diedero al commercio, alla navigazione e all’industria uno slancio fino allora mai conosciuto”. Esempio perverso di questa forma di globalizzazione è stata per secoli la tratta degli schiavi mentre un esempio nobile è lo scambio di informazioni scientifiche tra i laboratori di tutto il mondo.

3) Una terza forma di globalizzazione consiste nel tentativo di assoggettare militarmente i popoli limitrofi e poi i popoli sempre più lontani fino a comprendere l’intero pianeta. L’impero persiano fondato da Ciro II il Grande o l’invincibile armata spagnola di Carlo V, sulle cui terre non tramontava mai il sole, forniscono due esempi di questo tipo di globalizzazione, cosi’ come gli eserciti di Carlo Magno quasi due millenni prima, poi quelli di Napoleone e quelli di Hitler, l’impero coloniale inglese e, da ultime, le flotte americane che solcano tutti gli oceani “non per portare la guerra ma per mantenere la pace”, come disse enfaticamente John Fitzgerald Kennedy davanti al muro di Berlino.

4) Una quarta forma di globalizzazione consiste nell’invadere tutti i mercati con le proprie merci. I petrolieri americani, i tessitori olandesi, gli stilisti italiani, la Ford, la Coca Cola, la Sony e la Microsoft costituiscono solo alcuni esempi di questo tipo di globalizzazione.

5) Una quinta forma di globalizzazione consiste nell’espandere il raggio di azione e di influenza dei propri capitali e della propria moneta. La rete finanziaria dei banchieri fiorentini, il Commonwealth britannico, i trattati di Bretton Woods, il dollaro come moneta di riferimento e l’euro come moneta unificante sono altrettanti esiti di ordine politico, economico derivati da questo impulso.

6) Una sesta forma di globalizzazione consiste nello spostare parte delle proprie strutture produttive in regioni sempre più lontane, creando multinazionali che scavalcano le frontiere e i poteri dei singoli Stati.

7) Una settima forma di globalizzazione consiste nell’invadere tutto il mondo conosciuto con le proprie idee. La Chiesa con i suoi missionari, l’illuminismo con la sua enciclopedia e l’America con i propri modelli culturali costituiscono alcuni, tra gli esempi più lampanti, di questa forma di globalizzazione.

8) Una ottava forma di globalizzazione consiste nel creare organismi internazionali per regolare super partes le politiche dei singoli paesi, i loro commerci, i loro conflitti, le ricerche, la difesa dell’ambiente, dell’arte, dell’infanzia, le polizie, i servizi segreti, gli apparati economici, sindacali, religiosi, scolastici, militari.

9) La nona forma di globalizzazione consiste nella predisposizione, da parte delle grandi imprese, di apparati multinazionali con cui mitigare, attraverso accordi e scambi internazionali, la pericolosa fluidità della competizione globale.

10) Vi sono, infine, alcune novità che sommandosi connotano un decimo tipo di globalizzazione: quello che la maggioranza delle persone oggi intende quando ascolta o pronuncia la parola globalizzazione.

Questa forma di globalizzazione si può cosi’ riassumere:

  • per la prima volta un paese potentissimo – gli Usa – governa su tutto il pianeta e si avvia a colonizzarne altri;
  • per la prima volta le nove forme di globalizzazione descritte sopra sono tutte compresenti;
  • per la prima volta la strada dell’unificazione politica e materiale è stata spianata da due guerre mondiali e da quaranta anni di guerra fredda;
  • per la prima volta il trasferimento di merci e persone è reso possibile dai moderni mezzi di trasporto e il trasferimento di dati è reso ancora più veloce dalle reti telematiche;
  • per la prima volta l’umanità avverte simultaneamente le medesime paure: della guerra nucleare, dell’inquinamento atmosferico, dell’Aids, ecc.

Gli effetti di tutto questo sono prorompenti sul piano dei rapporti sociali, dell’organizzazione del lavoro, dell’assetto politico.

Universalismo ed ecumenismo

L’universalismo e l’ecumenismo, che prima riguardavano gli imperi politici, un paio di religioni e la lingua latina, oggi riguardano ogni aspetto della vita: dalla criminalità alle tessere dell’American Express, dall’abbigliamento ai profumi, dalle patatine al design, dai medicinali ai carburanti, dalle ragioni ai sentimenti.

Il consumo e le forme di vita

Il consumo diventa rivelatore e collettore di questa nuova, vistosa forma di globalizzazione, che da una parte trasforma il globo in un grande aeroporto, unificato negli odori, nei rumori, nei colori, nei riti dei suoi negozi duty free; dall’altra alimenta una profonda soggettività, che rifiuta la massificazione, il consumismo e le mode per privilegiare forme di vita sempre più discrete ed eleganti.

Dalla tesi di laurea, nel 2001, di Amedeo Lomonaco: “Limiti e potenzialità del fenomeno della globalizzazione per l’economia contemporanea”.