Iraq: scontri tra soldati Usa e guerriglia

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nell’ovest dell’Iraq, almeno 29 ribelli e 6 soldati americani sono rimasti uccisi durante scontri tra forze statunitensi ed insorti legati ad Al Qaeda. Lo ha reso noto il comando militare americano precisando che i combattimenti sono avvenuti in un’area al confine con la Siria. La polizia irachena ha trovato, inoltre, i corpi di 22 persone uccise in una zona al confine con l’Iran. Negli Stati Uniti, intanto, il presidente americano Bush ha pronunciato, ieri, un discorso sul conflitto iracheno e ha detto che contro il terrorismo non verrà accettata nulla di meno di una vittoria completa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il presidente americano George Bush ha anche rivelato che almeno 10 attentati, pianificati da Al Qaeda dopo l’11 settembre del 2001, sono stati sventati sul territorio statunitense e in altre aree del mondo. Il presidente Bush, dopo aver paragonato i leader di Al Qaeda ad Hitler, Stalin e Pol Pot, ha anche detto che i nemici delle forze della coalizione sono i nemici dell’Islam e dell’umanità.

Lettera di Al Zawahiri

L’amministrazione americana ha annunciato, poi, di aver ottenuto una lettera inviata dal braccio destro di Osama Bin Laden, il medico egiziano Al Zawahiri, al capo di Al Qaeda nel Paese del Golfo, il terrorista giordano Al Zarqawi. Nel testo si sottolinea che i numerosi attentati contro le moschee e l’uccisione di diversi ostaggi in Iraq, possono far fallire il progetto di una grande nazione islamica.

Difficoltà di Al Qaeda

Nella lettera, intercettata dal Pentagono e ritenuta autentica, emergono dissensi sulle strategie da seguire in Iraq e preoccupazioni per la sconfitta, ormai imminente, in Afghanistan. Il documento rivelerebbe, secondo l’amministra-zione americana, le difficoltà finanziarie di Al Qaeda e anche divergenze sulla dichiarazione di guerra, lanciata in un recente messaggio da Al Zarqawi, contro gli sciiti.

Accuse da leader curdi

I leader curdi hanno accusato, infine, il governo di Baghdad di discriminare la comunità curda per realizzare un piano volto all’arabizzazione dell’Iraq. In uno Stato che vuole la rottura con il passato regime responsabile del genocidio del popolo del Kurdistan – spiega Barzani, rappresentante curdo in Europa – è necessario riconoscere i diritti dei curdi.

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