Iraq, referendum Costituzione: iniziato il voto

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq sono iniziate, tra violenze e speranze, le operazioni di voto per il referendum sulla bozza della nuova Costituzione: agli attacchi e alle azioni della guerriglia, che hanno provocato la scorsa notte la morte di tre soldati, si sovrappone la volontà del popolo iracheno di proseguire nel percorso democratico tracciato dopo la caduta di Saddam Hussein. La partecipazione è alta e i primi risultati dovrebbero essere comunicati domani. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Lei approva la Costituzione dell’Iraq? Oltre 15 milioni di iracheni sono chiamati a dare una risposta a questa domanda cruciale, ad approvare o respingere il progetto costituzionale che istituisce il federalismo e promuove la svolta democratica in Iraq. I seggi, oltre 6000, sono stati aperti questa mattina tra straordinarie misure di sicurezza. Prima dell’inizio delle operazioni di voto, tre soldati iracheni sono rimasti uccisi per l’esplosione di una bomba nei pressi di Baquba.

Blackout a Baghdad e a Bassora

Baghdad e Bassora sono, inoltre, senza corrente elettrica per un blackout causato da un sabotaggio. Questa mattina due forti esplosioni hanno scosso la capitale e alcuni seggi sono stati attaccati da guerriglieri in diverse zone del Paese. Al momento, non si hanno notizie di vittime. I primi a votare, e ad esprimersi per il ‘sì’, sono stati il presidente Talabani ed il primo ministro Jaafari. Nella Costituzione uno degli articoli più controversi afferma che l’Islam è la religione ufficiale di Stato ed è una fonte principale della legislazione.

Mons. Sako: legge islamica non compatibile con democrazia

Commentando questo passo, l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha ribadito come non si possa coniugare la democrazia con la legge islamica. Il rischio – ha detto il presule ai nostri microfoni alla vigilia del voto – è quello di creare uno Stato confessionale. Oltre a questo aspetto, l’arcivescovo ha sottolineato poi come il testo della Costituzione sia poco conosciuto dagli iracheni. Mons. Sako ha anche aggiunto che l’avanzamento del processo politico dopo la caduta di Saddam Hussein può promuovere il dialogo e il confronto.

Ripartizione di risorse petrolifere

La ripartizione delle risorse petrolifere tra tutte le province può garantire inoltre uno sviluppo più equo. Il referendum avrà successo e la Costituzione sarà ratificata se la maggioranza dei votanti opterà per il ‘si’. Se l’esito della consultazione sarà positivo, entro il 15 dicembre si terranno le elezioni politiche per formare un Parlamento con un mandato di 4 anni. Se invece due terzi dei votanti di almeno tre delle 18 province irachene aderirà al fronte del ‘no’, la bozza verrà bocciata. Se vinceranno i “no”, il Parlamento verrà sciolto ed entro il 15 dicembre bisognerà rieleggere un’altra Assemblea.

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