Iraq: ordigno esplode davanti a centrale elettrica

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

L’esplosione di una bomba nei pressi di un centro di reclutamento e la deflagrazione di un ordigno davanti ad una centrale elettrica. Su questi ultimi episodi di violenza che questa mattina hanno devastato l’Iraq, ci riferisce Amedeo Lomonaco:

Secondo il bilancio fornito dal ministero iracheno della Sanità, 35 persone sono rimaste uccise e 138 ferite in un ennesimo attentato avvenuto stamani a Baghdad, nell’area dove è situato il quartier generale della coalizione. Una vettura imbottita di tritolo, condotta da un attentatore suicida, è saltata in aria davanti ai cancelli di un centro di reclutamento per il neo-istituito Corpo di difesa civile iracheno, creato dalla coalizione. Al momento della deflagrazione, c’erano almeno 100 volontari in attesa di entrare nella base. Il centro attaccato oggi è stato già colpito, lo scorso 11 febbraio, da un altro agguato costato la vita a 47 persone. Un soldato ungherese è inoltre morto per un’esplosione a sud di Baghdad e un’altra bomba è deflagrata presso una centrale elettrica ad al Mussayib, a sud della capitale, uccidendo due iracheni.

Dalla Sud Corea altri militari in Iraq

In questo complesso scenario, si deve anche registrare che la Corea del Sud invierà altri militari nel Paese arabo. Lo ha deciso oggi il parlamento di Seul, approvando il piano del governo che prevede il dispiegamento di 2.300 soldati, in aggiunta ai 670 già presenti nel sud dello Stato del Golfo. Ancora da stabilire, però, i tempi dell’invio e la destinazione del contingente. E a proposito del piano di rotazione delle truppe di Londra, anche il ministero britannico della Difesa ha annunciato l’invio di altri militari, almeno 270.

Indagini su relazioni tra Iraq e Al Qaeda

Sui tragici attentati dell’11 settembre 2001, una Commissione indipendente che indaga sulle stragi ha intanto evidenziato, con un rapporto, come non ci sia alcuna prova credibile su una cooperazione tra Al Qaeda e l’Iraq di Saddam per attaccare gli Stati Uniti. Osama Bin Laden – rileva il dossier – ha incontrato nel ’94 un alto dirigente di Baghdad ma “non si può parlare di un legame collaborativo”. Nel rapporto si precisa anche che Bin Laden è stato protetto dal regime dei Talebani con il sostegno indiretto del Pakistan.

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