041014-F-6871S-001 U.S. soldiers examine the debris remaining after two explosions ripped through the International Zone market place and Green Zone CafŽ in Baghdad, Iraq, on Oct. 14, 2004. The explosions left Americans and local civilians dead or injured. DoD photo by Staff Sgt. LeeAnn Sunn-Wagner, U.S. Air Force. (Released)

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq, almeno sei persone sono morte per un attentato compiuto da un kamikaze su un minibus in un quartiere sciita di Baghdad. Altre tre persone sono rimaste uccise in seguito ad un attacco sferrato da ribelli in una zona sunnita della capitale irachena. Sul versante politico, intanto, il premier Nouri al Maliki, ha lanciato un chiaro appello ai governi americano e iraniano: l’Iraq – ha detto il primo ministro – non diventi un terreno di confronto militare tra Stati Uniti e Iran. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

L’Iraq si conferma lo sfondo di un sempre più inquietante scambio di accuse tra Washington e Teheran: l’amministrazione statunitense ritiene che la Repubblica islamica sostenga la guerriglia irachena e fomenti la violenza in Iraq. Lo scorso mese, soldati americani hanno anche arrestato diversi iraniani. L’Iran, invece, accusa gli Stati Uniti di aver ispirato le azioni terroristiche costate la vita a decine di persone e compiute in Iraq durante la festa dell’Ashura, la ricorrenza religiosa più importante per gli sciiti.

Azioni militari sempre più spesso contro milizie sciite di Moqtada al Sadr

In un Paese come l’Iraq, sconvolto da una drammatica contrapposizione tra sunniti e sciiti, le operazioni delle forze della coalizione, dopo la caduta e la morte di Saddam Hussein, sembrano poi aver subito radicali trasformazioni: le azioni militari statunitensi non sono più condotte soprattutto contro roccaforti dei ribelli sunniti, ma hanno sempre più spesso come obiettivo le milizie sciite dell’imam radicale Moqtada al Sadr. Questa nuova linea, secondo gli osservatori, può alimentare ulteriori gravi tensioni tra amministrazione americana e Iran, dove gli sciiti sono la maggioranza e detengono il potere.

Speranze

Le speranze per un futuro di pace in Iraq sono affidate soprattutto al dialogo. Per questo, le autorità irachene hanno invitato anche Siria e Iran alla Conferenza regionale di pace. Il Convegno si terrà a marzo a Baghdad per discutere sulle misure da adottare per rafforzare la sicurezza in tutto il Medio Oriente. Negli Stati Uniti, infine, restano sempre più forti le contrapposizioni tra Repubblicani e Democratici sul nuovo piano in Iraq annunciato da Bush. Per cercare di superare queste divisioni, i leader del partito democratico, che ha conquistato la maggioranza al Congresso, hanno accettato ieri la proposta del presidente statunitense per la creazione di una nuova commissione bipartisan sul terrorismo e sul conflitto iracheno.

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