© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Iraq attacchi kamikaze: almeno 27 persone sono morte per tre attacchi a Baghdad, a Mossul e a Kirkuk. Stati Uniti e Gran Bretagna starebbero pianificando, intanto, una significativa riduzione dei loro contingenti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

In Iraq proseguono gli attacchi della guerriglia contro le Forze di sicurezza del Paese arabo. Oltre alla capitale anche altre città irachene sono state scosse da nuovi episodi di violenza.

Vittime a Baghdad, Mossul e a Kirkuk

A Baghdad, un centro di reclutamento dell’Esercito è stato teatro di un ennesimo attacco kamikaze. L’assalto è costato la vita ad almeno 20 persone. E’ stato rivendicato da un gruppo guidato dal terrorista giordano Al Zarqawi. A Mossul è stato attaccato, inoltre, un convoglio della Polizia: l’esplosione di un’autobomba guidata da un kamikaze ha causato la morte di almeno 4 agenti. A Kirkuk, tre civili sono morti per un attacco suicida nei pressi di un edificio delle autorità locali.

Attacchi anche a Baghdad

Un altro tragico episodio è avvenuto a Baghdad dove la scorsa notte sono stati assassinati nove membri di una famiglia sciita. Riferendosi alla drammatica situazione irachena, l’ex premier Iyad Allawi ha prospettato poi il rischio di una guerra civile a causa dell’intensificarsi degli scontri tra sciiti e sunniti. Le conseguenze di questo genere di conflitto – ha detto Allawi in un’intervista rilasciata al Sunday Times – potrebbero essere molto serie per l’Europa, per gli Stati Uniti e per tutto il Medio Oriente. Ma in questo clima di violenze, procedono comunque i piani per la riduzione delle Forze della coalizione e per il trasferimento del controllo di diverse province alle truppe irachene.

Riduzione contingente in Iraq

Secondo il quotidiano inglese Mail on Sunday, un rapporto del ministero della Difesa britannico rivelerebbe che i governi di Washington e Londra sono pronti a ridurre i rispettivi contingenti del 50 per cento entro il 2006. I soldati americani potrebbero così passare da circa 140 mila a quasi 66 mila e quelli britannici da 8500 a 3000. Il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, ha precisato infine che “l’Italia resta profondamente impegnata in Iraq nonostante la decisione di avviare il ritiro di parte delle truppe della Coalizione multinazionale”.

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