Iraq: 60 morti per due attacchi kamikaze

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq, oltre 60 persone sono rimaste uccise in seguito a due attentati kamikaze condotti in una stazione di autobus a Kerbala e su un ponte a Baghdad. A Bassora, poi, i soldati britannici hanno ucciso 8 ribelli che stavano collocando mine sul ciglio di una strada. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Nello strisciante e drammatico conflitto tra sciiti e sunniti, si inserisce un nuovo, tragico, capitolo: un kamikaze si è fatto saltare in aria in una stazione di autobus nella città sciita di Kerbala causando la morte di almeno 56 persone. Luogo e data non sembrano casuali. L’attentato è avvenuto vicino al mausoleo Hussein, uno dei luoghi più sacri per gli sciiti. A Kerbala, dove si dice sia sepolto il nipote di Maometto, un attacco contro i fedeli sciiti aveva inoltre provocato tre anni fa almeno 100 morti. Quella strage era stata compiuta vicino ad uno degli ingressi del mausoleo Hussein, non lontano dalla stazione di autobus teatro dell’attentato suicida di oggi.

Pericolose forme di isolamento

Ma, soprattutto, quell’azione terroristica segna l’inizio di una interminabile serie di violenze tra sciiti e sunniti dopo una fase caratterizzata prevalentemente da attacchi della guerriglia contro forze straniere. Dopo l’attentato compiuto giovedì scorso nel ristorante del Parlamento, proseguono poi gli attacchi di ribelli contro altri simboli di Baghdad: un’autobomba è esplosa stamani su uno dei principali ponti della capitale provocando 8 morti. Due giorni fa, un attentato simile, costato la vita a dieci persone, aveva preso di mira un altro ponte che collegava un quartiere sciita con una zona sunnita. Alle divisioni etniche si aggiungono quindi, anche nuove, pericolose forme di isolamento.

Foto:

Tasnim News Agency [CC BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0)], via Wikimedia Commons

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