Iniziativa dell’Ufficio Filatelico Vaticano in favore di Haiti

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ad Haiti la fase di emergenza non è stata ancora superata: l’Onu rende noto che occorrono ancora 200 mila tende per ospitare oltre un milione di sfollati durante la stagione delle piogge. E’ stato poi annunciato che la conferenza internazionale per la ricostruzione di Haiti si terrà a marzo nella sede dell’Onu a New York. In Vaticano, intanto, il Governatorato promuove, tramite l’Ufficio Filatelico e Numismatico, una speciale iniziativa in favore della popolazione del Paese caraibico: l’emissione di un francobollo, ai primi di marzo, che avrà una plusvalenza destinata alla popolazione di Haiti. Ascoltiamo il responsabile dell’Ufficio filatelico e numismatico, Pier Paolo Francini, intervistato da Amedeo Lomonaco:

R. – L’iniziativa, per come sarà effettuata, è per noi un po’ una novità, in quanto in passato c’erano state delle emissioni filateliche che nascevano già destinate a determinati eventi. Questa volta, l’immane dimensione del disastro ha sicuramente sollecitato un intervento che, per quanto si tratti alla fine magari di una goccia, chiaramente ha bisogno di un aggancio con un evento che fosse già programmato. Questa emissione di francobolli era già stata programmata per i primi del mese di marzo e dedicata al Santuario della Madonna delle Grazie, meglio noto come Santuario della Mentorella. Ricorre infatti quest’anno il 1500.mo anniversario della sua costituzione e a questo evento è stato dedicato appunto un francobollo.

L’idea del francobollo per Haiti

D. – Come è legata l’emissione di questo francobollo all’iniziativa in favore di Haiti?

R. – Attraverso l’idea di questo francobollo si è poi concretizzata anche l’idea di realizzare una sovrastampa.

Sovrastampa

D. – Cosa si intende per sovrastampa?

R. – Vuol dire sovrastampare una plusvalenza su un francobollo, che è in corso di stampa o che è stato appena stampato, come quello per il Santuario della Madonna delle Grazie. In questo caso 20 centesimi di euro per ogni francobollo.

Plusvalenza per popolazione di Haiti

D. – Ed è questa plusvalenza che sarà destinata alla popolazione di Haiti…

R. – Chi compra questi francobolli non li pagherà il prezzo del valore dell’affrancatura, che in realtà è 0,65, ma li pagherà 0,85 centesimi. Quei 20 centesimi di euro di plusvalenza per ogni francobollo rappresentano realmente un aiuto concreto alla popolazione di Haiti.

Intervista con Maria Gonzalez

Dalla Caritas italiana sono stati stanziati inoltre 550 mila euro come contributo per la prima fase di emergenza. L’obiettivo, per i prossimi due mesi, resta quello di raggiungere oltre 40 mila famiglie con aiuti alimentari, cibo, coperte e medicinali. Ad Haiti, intanto, sono diverse le organizzazioni cattoliche che sostengono il prezioso lavoro della Chiesa locale per aiutare la popolazione del Paese caraibico. Tra queste realtà è particolarmente attiva l’ong “Manos Unidas”, come sottolinea al microfono di Amedeo LomonacoMaria Gonzalez, membro dell’organizzazione non governativa spagnola:

R. – Per rispondere a questa situazione veramente drammatica, abbiamo ricavato una cifra di oltre un milione di euro e stiamo lavorando su 15 progetti di emergenza che prevedono soprattutto l’acquisto di acqua e di beni di prima necessità.

Economia di Haiti

D. – Haiti, anche prima del terremoto, presentava una situazione economica disastrosa. Gli aiuti della comunità internazionale e anche l’impegno delle organizzazioni non governative possono far sperare realmente in un Paese che sia finalmente in grado di imboccare la strada dello sviluppo?

R. – Haiti è tra i Paesi più poveri del mondo. Non dimentichiamo che vive una grandissima crisi alimentare. Quello che tutte le organizzazioni internazionali chiedono è il condono del debito pubblico di Haiti.

Priorità

D. – Voi da 30 anni finanziate progetti ad Haiti. Quali sono le priorità per il futuro, per un’autentica ricostruzione?

R. – Crediamo che per un autentico sviluppo, in primo luogo debba esserci uno sviluppo educativo e nel campo dell’agricoltura. “Manos unidas” lavora nelle zone rurali, fuori da Port-au-Prince: tutti i nostri progetti sono, di norma, appoggiati alla Chiesa, alla Caritas. Stiamo lavorando insieme su questi progetti di educazione, per la ricostruzione del Paese, con le controparti locali.

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