Nuovo incendio nella centrale di Fukushima

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La crisi nucleare continua a sconvolgere il Giappone: nella centrale di Fukushima le squadre addette alla messa in sicurezza della centrale sono tornate al lavoro nonostante gli altissimi rischi per la salute. Ma nuove esplosioni continuano ad alimentare la nube radioattiva che si disperde nell’ambiente. Questa mattina è scoppiato un altro incendio, il quarto da quando l’impianto è stato gravemente danneggiato dalla scossa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Le fiamme si sono spente spontaneamente ma poco dopo si è levata una colonna di fumo. Un elicottero militare si è subito alzato in volo per versare acqua sul reattore ma ha dovuto sospendere l’operazione di raffreddamento a causa dell’elevato livello di radioattività. Sempre nella centrale di Fukushima, potrebbe non essere più integra la capsula di contenimento di un altro reattore. Il governo nipponico ha annunciato che oltre i 30 km dalla centrale non c’è un “immediato rischio per la salute”.

Alti livelli di radioattività

Ma i livelli di radioattività sono alti anche a Tokyo, ad oltre 230 chilometri dalla centrale, dove sono stati superati di dieci volte i valori normali. Suscitano preoccupazione anche le previsioni meteorologiche. Il vento dovrebbe soffiare nelle prossime ore proprio verso la capitale, dove l’agglomerato urbano conta 30 milioni di abitanti. L’imperatore Akihito, in un messaggio trasmesso in televisione, si è detto “profondamente preoccupato”. Per scongiurare il rischio di un disastro ancora più grave, il governo giapponese ha chiesto aiuto all’esercito statunitense e tre navi militari americane sono in rotta verso la costa orientale del Giappone.

Ancora scosse di assestamento

Ma non è solo l’emergenza nucleare a spaventare la popolazione: nuove forti scosse di assestamento hanno colpito, in particolare, la zona a sud e ad est di Tokyo. E in città scarseggiano, ormai, cibo e generi di prima necessità. In questo scenario, dove le informazioni date dai media locali alternano dichiarazioni rassicuranti ad altre allarmanti, si aggrava di ora in ora il bilancio del disastro. Secondo gli ultimi dati, ancora provvisori e resi noti dal dipartimento di polizia, i morti e i dispersi sono almeno 12 mila. Il maggior numero di vittime è stato provocato dallo tsunami seguito al violento sisma di magnitudo 9 della scala Richter. Tutti gli esperti ribadiscono che un simile terremoto non era prevedibile. Sarebbe invece stato sottovalutato il rischio di un disastro nucleare.

Nelle centrali norme di sicurezza obsolete

Secondo il sito Wikileaks, già nel 2008 un funzionario dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica aveva riferito al governo giapponese che le norme di sicurezza delle centrali nipponiche erano obsolete e che un violento sisma avrebbe posto “problemi seri” agli impianti. Nel documento, riportato oggi dal Telegraph, si afferma anche che le autorità giapponesi si sono opposte alla sentenza emessa da una Corte che chiedeva di chiudere una centrale perché ritenuta insicura in caso di sisma. Per garantire elevati livelli di sicurezza, intanto, la Commissione Europea ha deciso di effettuare dei test sulle 153 centrali nucleari presenti in 14 dei 27 Paesi dell’Unione Europea.

Immessi altri 43 miliardi di dollari dalla Banca giapponese

La Germania chiude temporaneamente sette reattori, la Russia ordina controlli nel settore dell’energia atomica, la Francia prevede un’imminente “riunione di crisi”, mentre l’Italia continua a sostenere il piano per la realizzazione di impianti nucleari. Da segnalare infine che l’economia giapponese, nonostante l’incubo nucleare, mostra segnali di ripresa. L’indice Nikkei ha chiuso oggi con un +5,68%. L’incremento è dovuto alle misure straordinarie decise dal governo: la Banca centrale giapponese ha immesso altri 43 miliardi di dollari nel mercato proprio per attenuare l’impatto del disastro.

Foto:

By Digital Globe [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *