© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nei Territori Palestinesi è stata annunciata una nuova tregua: il presidente Abu Mazen, leader del partito moderato Al Fatah, ed il premier Ismail Haniyeh, leader della formazione radicale Hamas hanno ordinato ai loro uomini di cessare le ostilità. Ma le violenze continuano. Il servizio di Amedeo Lomonaco

Hamas ha proclamato un cessate il fuoco “unilaterale” e il presidente palestinese ha chiesto di rispettarlo. Ma a Gaza continua ad infuriare la battaglia tra estremisti delle due fazioni. Questa mattina è stato ucciso a colpi di arma da fuoco un militante di Al Fatah nel campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. Da domenica scorsa, è la quarta volta che una tregua viene prima annunciata e poi violata. E il bilancio degli scontri è sempre più grave: sono almeno 49 le persone morte, a partire dallo scorso 13 maggio, a causa dei combattimenti.

Governo palestinese messo a dura prova

A causa di questo strisciante e perdurante conflitto, il presidente Abu Mazen ha deciso di annullare la prevista visita che avrebbe dovuto compiere nel pomeriggio a Gaza. Ma non è solo il governo di unità nazionale palestinese ad essere messo a dura prova da questa recrudescenza delle violenze. Anche in Israele la tensione è altissima: prosegue, infatti, il lancio di razzi, da parte di estremisti palestinesi, verso il sud dello Stato ebraico. Il governo israeliano ha già risposto con fermezza: un nuovo raid è stato condotto su Gaza.

Almeno due vittime per raid  israeliano

L’obiettivo dell’azione è stata la casa di un militante di Hamas. Le vittime sono almeno due. Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha annunciato inoltre “dure misure” in risposta agli attacchi palestinesi. La situazione è preoccupante soprattutto a Sderot, raggiunta nelle ultime ore da diversi razzi. E’ stata colpita anche una scuola e almeno due persone sono rimaste ferite. Temendo nuovi attacchi, il ministero della Difesa israeliano ha avviato la parziale evacuazione della cittadina.

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By Hoheit (¿!) [CC BY-SA 2.0 de (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/de/deed.en)], via Wikimedia Commons

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