Guerra in Iraq, intervista con il prof. Fasce

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La guerra in Iraq ha dominato dunque, per il quarto anno consecutivo, il discorso di Bush sullo stato dell’Unione. Ma il capo della Casa Bianca è realmente in grado di convincere gli americani che il nuovo piano può stabilizzare l’Iraq? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al docente di storia americana all’Università di Genova, prof. Fernando Fasce:

R. – Si sarebbe tentati di dire che sarà difficile, basti pensare al fatto che in questo discorso sullo stato dell’Unione c’è una contraddizione tra l’affermazione della necessità di proseguire sulla linea, e quindi inviare più truppe, e la dichiarazione secondo cui si tratta di un incubo …

Bush e la guerra al terrorismo

D.–Bush ha anche proposto la creazione di un consiglio consultivo speciale per la guerra al terrorismo, ribadendo che gli Stati Uniti sono ancora in guerra contro al Qaeda. Ma la lotta al terrorismo, professore, è davvero una priorità per gli Stati Uniti?

R. – Intanto, si tratta di prendere atto che la logica stessa della guerra al terrorismo – “guerra al terrorismo” invece che “azione concertata nei confronti di azioni terroristiche” – si tratta di capire se quella linea “bushiana” ha pagato o no.Stando ai risultati, sembra di poter dire di no!

L’amministrazione Usa e le riforme

D. – Il presidente statunitense ha anche lanciato un appello alla maggioranza democratica, chiedendo di percorrere insieme la strada delle riforme. E’ una sinergia possibile?

R. – Visti i precedenti, anche qui direi che non sarà così facile per Bush perché – se ricordate – Bush si è presentato con un linguaggio “bi-partisan” subito dopo le elezioni del 2000; poi, però, a questo ha fatto riscontro, per tutti e sei gli anni, un atteggiamento decisamente di confronto e di orientamento unilaterale, anche all’interno, da parte di Bush.

Bush e la questione ecologica

D. –Bush ha insistito poi sulla necessità di puntare sull’energia alternativa per ridurre la dipendenza statunitense dal petrolio. Siamo di fronte ad una svolta ecologista dell’amministrazione Bush?

R. – Qui siamo ancora una volta ad una possibile, forte contraddizione. Non dimentichiamo che questo è il presidente che ha dichiarato a più riprese il proprio disinteresse nei confronti di questo tema, che era partito con il famoso progetto di andare a scavare il più possibile in Alaska e oggi prova a fare un dietro-front e anche qui si tratta di vedere se ha le risorse, da un lato – come dire – “culturali”, di retorica, di persuasione adeguate; dall’altro, le risorse dentro la sua stessa amministrazione.

Bilancio su Bush

D. – In conclusione, le chiedo un bilancio sul discorso di Bush che, secondo ultimi sondaggi, è il presidente più impopolare nella storia americana?

R. – Si tratta di un discorso in un certo senso necessitato.Bush non poteva, a questo punto, probabilmente che abbassare i toni, fare un tentativo finale di conquista sul piano retorico con questa semi-svolta di tipo ecologista; ma io sicuramente condivido le reazioni dei principali osservatori statunitensi che dicono che si tratta in generale di un discorso di basso tono.

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