Globalizzazione e nuove frontiere del diritto

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La dimensione globale di una serie di vicende fa emergere sempre di più la necessità di un nuovo diritto, di nuovi schemi normativi. Ma obbliga soprattutto a considerare i nuovi rapporti che si istituiscono tra il “pieno” e il “vuoto” di diritto. In molti casi la globalizzazione provoca o accompagna la caduta di molte delle norme precedenti.

Oltre la sovranità nazionale

Il simbolo di un mondo che non ha più frontiere, nel quale si svilisce la sovranità nazionale, è Internet. Nella rete qui si può cogliere la dinamica tra pieno e vuoto di diritto. Internet richiede, sempre di più, forme di controllo e di censura diversamente giustificate, con ragioni politiche o motivazioni morali.

Vuoto di diritto

Ma si possono considerare legittime e opportune  scelte che tendono a introdurre discipline limitative? Il problema si pone continuamente in Cina dove, dopo un tentativo di bloccare l’accesso ai siti giudicati pericolosi per il regime, si controllano gli utenti di Internet. In casi come questo, allora, le ragioni della libertà consigliano un “vuoto” di diritto.

Pieno di diritto

Ma le polemiche recenti sulla pedofilia obbligano a considerare anche la prospettiva opposta, quella di un “pieno”. In questo modo si consente di perseguire efficacemente gli autori di comunicazioni gravemente lesive dei minori. Perseguire i comportamenti illegali trova un ostacolo proprio nella natura di Internet, rete sempre più globale che supera i confini tradizionali. La globalizzazione pone un limite nell’applicazione del diritto nazionale: poiché non è possibile che uno Stato adoperi il proprio sistema giuridico per intervenire su un sito pubblicato in un altro Stato.

Vuoti di regolamentazione

E’ necessario allora adottare una strumentazione adeguata alla nuova realtà. La globalizzazione evoca strumenti ben noti, quali gli accordi bilaterali o multilaterali tra Stati, le convenzioni e i trattati internazionali. Ma sono strumenti che abitualmente vengono applicati con ritardo. In periodi consistenti si può registrare un vuoto di regolamentazione. Nasce cosi’ la spinta verso forme di autodisciplina, verso un uso di strumenti normativi contrattuali. Non solo si cerca di colmare temporaneamente una lacuna, ma si cerca di individuare una più complessa strategia di regolazione.

Tra norma e cambiamento

Il pieno diritto, allora, non si identifica più unicamente con il diritto d’origine statuale. La rilevanza delle prassi contrattuali nella dimensione internazionale, è divenuta tale da far parlare di un rinnovato “jus mercatorum”, addirittura come forma tipica della disciplina giuridica del nostro tempo. E la rilevanza delle fonti sovranazionali e internazionali non esaurisce le possibilità di regolamentazione. Il problema della globalizzazione si combina con quello del cambiamento in modo cosi’ rapido: la forma della legge tradizionale è insidiata, dal superamento della dimensione nazionale e dalla necessità di avere strumenti capaci di elevata flessibilità.

Dalla tesi di laurea, nel 2001, di Amedeo Lomonaco: “Limiti e potenzialità del fenomeno della globalizzazione per l’economia contemporanea”.

 

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