Giuristi cattolici: impresentabile legge su unioni civili

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Unioni civili, “una legge impresentabile”. Lo scrivono a deputati e senatori italiani 58 intellettuali sottolineando che il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, attualmente in discussione al Senato, propone un istituto sostanzialmente uguale al matrimonio. Tra i firmatari della lettera il vice presidente nazionale dell’Unione giuristi cattolici italiani, l’avvocato Giancarlo Cerrelli. Amedeo Lomonaco lo ha intervistato:

 

R. – In questo disegno di legge, in realtà, non sono previste unioni civili, ma matrimoni veri e propri. Questo disegno di legge fa riferimento a tutte le norme previste sul matrimonio. Quindi, in realtà, quello a cui si vuole giungere è un matrimonio omosessuale, che nel nostro ordinamento non è ammissibile.

D. – Si propone dunque un istituto uguale, sostanzialmente, al matrimonio e già aperto alle adozioni?

R. – Il disegno di legge Cirinnà non prevede in prima battuta l’adozione piena ma unioni civili, che sono praticamente un para-matrimonio, proprio perché sono simili al matrimonio. Ed è già “telefonata” [scontata] la decisione della Corte Costituzionale, su pressione della Corte Europea dei diritti umani, a disciplinare in seguito l’adozione piena da parte delle persone omosessuali.

D. – Come raggiungere l’obiettivo di una società rispettosa, aperta nei confronti delle persone omosessuali, dando anche maggiori diritti a queste persone?

R. – Il nostro ordinamento prevede già tutti i diritti, tranne tre, che sono il diritto di adozione, il diritto alla reversibilità della pensione e poi il diritto alla quota legittima di eredità. Questi diritti sono diritti propri del matrimonio.

D. – Si sta andando incontro ad una ridefinizione del matrimonio…

R. – Ridefinizione del matrimonio – sappiamo che la legge fa cultura – vuol dire far cambiare modo di intendere il matrimonio all’opinione pubblica. Non si saprà più, quindi, cos’è un matrimonio. Ormai si va incontro alla famiglia ‘on demand’: ognuno considererà matrimonio quello che soggettivamente ritiene. Perderà essenza e verrà depotenziata la famiglia fondata sul matrimonio.

Foto:

Dedda71, Registro delle unioni civili del Comune di Palermo, Creative Commons

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