Giornata mondiale della popolazione

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Uguaglianza è potere”. E’ il motto dell’odierna Giornata mondiale della popolazione, celebrata sotto l’egida dell’UNFPA, il Fondo dell’ONU per la popolazione. Ai governi si chiede di adottare una strategia di azione che promuova per tutte le donne del mondo l’istruzione, la partecipazione alla vita politica e alle iniziative di sviluppo. Nel messaggio per l’odierna giornata, il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, sottolinea che le conseguenze delle discriminazioni tra uomo e donna producono nuove povertà e alimentano la diffusione del virus dell’AIDS. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Le differenze tra uomini e donne riflettono lo squilibrio mondiale, fenomeno evidenziato dagli stridenti contrasti degli stili di vita ma anche dalla sintesi dei numeri. Per conoscere alcuni dei dati più significativi sulla popolazione mondiale, ascoltiamo il prof. Antonio Golini, docente di Demografia all’Università “La Sapienza” di Roma:

R. – Siamo circa sei miliardi e mezzo di persone sulla terra e si stima che potremmo essere nove miliardi nel 2050; questi due miliardi e mezzo di incremento da qui al 2050 saranno tutti concentrati nel Sud del mondo. Ma è difficile pensare che la popolazione si possa ridistribuire: quando alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento c’era una straordinaria mobilità delle persone, c’era un’altrettanto straordinaria opportunità storica: i nuovi mondi da popolare e anche le colonie da sfruttare. Oggi non ci sono più né nuovi mondi da popolare, né si pensa a colonie da sfruttare. Quindi, l’equilibrio va trovato in un rapporto migliore tra Nord e Sud del mondo che possa soddisfare i fabbisogni della popolazione.

Risorse non equamente distribuite

D. – Il flusso delle ricchezze non è equamente distribuito sul pianeta e le divergenze tra Nord e Sud, tra uomini e donne, hanno bisogno di trovare un nuovo sbocco: l’uguaglianza, una sfida per l’uomo di oggi e una necessità per l’umanità del futuro…

R. – L’uguaglianza è certamente auspicabile, quasi da tutti auspicata, ma straordinariamente difficile da realizzare. Se si pensa che, nonostante il fortissimo incremento di reddito pro capite, la Cina è ancora straordinariamente lontana dalla media dei Paesi ricchi e se si pensa che, nonostante gli sforzi, le donne hanno ancora un’istruzione molto inferiore a quella degli uomini, appare chiaro che l’uguaglianza è un obiettivo difficilissimo da realizzare.

Distribuzione di risorse e diritti

D. – La statistica permette di interpretare fenomeni e processi. Ma come rendere i dati sulla popolazione mondiale non solo una variabile economica ma un’opportunità per un nuovo approccio basato sui diritti?

R. – Una migliore ridistribuzione delle ricchezze può giovare in questa direzione. Ma come facciamo a dire ai ricchi europei, ai ricchi nordamericani o ai giapponesi: “Dovete ridurre la vostra ricchezza?”. Forse l’unica speranza ci può venire dalla paura, dalla paura di un collasso ambientale, dalla paura del terrorismo. Forse la paura può determinare una gestione più equa delle risorse. Ma mi pare, comunque, un’operazione difficilissima e in ogni caso, lunga.

Incremento demografico e povertà

D. – L’incremento demografico può essere compatibile con la riduzione della povertà, il progresso economico e una migliore tutela dell’ambiente?

R. – Certamente, l’incremento demografico si va riducendo anche nei Paesi a più alta crescita e si è ridotto a zero nel Nord del mondo. Quindi, è compatibile. Però, si scivola subito nell’altro corno del problema: i consumi. Facciamo un piccolissimo esempio: in Italia abbiamo tra 21 e 22 milioni di famiglie e abbiamo quasi 34 milioni di automobili. E’ colpa della popolazione se abbiamo città inquinate, o è colpa dell’eccesso di automobili?

Obiettivi per rendere il mondo più vivibile

Una migliore gestione delle migrazioni, una riduzione dei consumi e una più adeguata distribuzione della popolazione appaiono, dunque, obiettivi prioritari per rendere la terra più vivibile. Nei sei Paesi più popolati – Cina, India, Stati Uniti, Indonesia, Brasile e Pakistan – vivono oltre 3 miliardi di persone, più della metà dell’intera popolazione mondiale.

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