© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

 

Si celebra oggi la Giornata Mondiale del Mare, che ha lo scopo di sensibilizzare sui problemi dell’habitat marino. L’odierna Giornata, in vista della quale il Papa ha invitato domenica scorsa dopo l’Angelus a pregare per gli uomini e le donne che lavorano in mare, è incentrata sul tema: “La risposta dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) alla Conferenza mondiale del 2005”. Durante questo incontro erano stati presi in esame gli obiettivi della Dichiarazione del Millennio, adottata nel 2000 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tra le principali sfide per l’umanità nel XXI secolo, erano state indicate la promozione della pace, la diminuzione della povertà e la realizzazione di uno sviluppo equo e sostenibile. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Per centrare gli obiettivi indicati nella Dichiarazione del Millennio – si legge nel messaggio del Segretario generale dell’Organizzazione marittima internazionale, Efthimios Mitropoulos – anche le attività legate al mare possono aiutare a contrastare fame e povertà, a promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne, a tutelare l’ambiente e a rinvigorire un’alleanza mondiale per lo sviluppo:

THE PARTY PLAYED BY THE MARITTIME SECTOR AS AN ENABLER OF GLOBAL TRADE…

“Il settore marittimo, per la sua capacità di favorire il commercio mondiale – prosegue Mitropoulos – può diffondere prosperità e offrire il proprio contributo nel ridurre la povertà entro la metà del 2015”.

Intervista con il commissario Silvio Greco

Ma il mare può essere realmente un fattore di crescita per il commercio mondiale? Ascoltiamo il commissario dell’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare, Silvio Greco:

R. – Assolutamente sì, perché attualmente oltre al fatto che la maggior parte delle proteine che noi utilizziamo sono di origine marina. Basti poi pensare a tutto il grande meccanismo che è legato al traffico internazionale, quindi al trasporto e al turismo che, ormai, inizia a diventare una delle risorse più importanti.

D. – Il mare può dunque generare ricchezze ma anche alimentare speranze, spesso illusorie. E’ questo il caso degli attuali flussi migratori che hanno quasi sempre nel mare una distanza da colmare …

R. – Ci sono sempre sponde che “guardano” a nord; quindi, tutta questa gente che viene dal sud vede questa sponda al nord e c’è una necessità ormai fisiologica. Sono flussi migratori che nella maggior parte dei casi riguardano specialmente gli immigranti più poveri. Attraverso il mare bisogna quindi porre un freno a queste tragedie: è chiaro che il mare deve essere un mare di pace, un mare che sia uno spunto di sviluppo e che dia una possibilità a queste persone. Non deve essere un mare che le inghiotte, prima ancora che inizi una speranza di vita.

D. – Il mare può anche rivelarsi un ‘nemico’ per l’uomo come nel caso dello tsunami che il 26 dicembre del 2004 ha devastato il sud est asiatico. Quali avvertimenti lancia, oggi, il mare?

R. – E’ ormai provato che i cambiamenti climatici stanno modificando anche le intensità di questi eventi, che sono degli “eventi naturali”.

Intervista con don Giacomo Martino

Domenica scorsa, il Santo Padre ha ringraziato Dio per il lavoro dell’Apostolato del Mare. Il Papa si è riferito, in particolare, all’aiuto “umano e spirituale” offerto ai marittimi. Su questo costante impegno, ascoltiamo il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale dei marittimi della Fondazione Migrantes, don Giacomo Martino:

R. – Nel mondo abbiamo circa 160 centri di accoglienza proprio per la gente di mare; questi centri consentono al marittimo di trovare accoglienza. Noi osiamo chiamarci la “loro casa lontano da casa”; quindi, il marittimo in un qualche modo trova non soltanto un aiuto per quelle che possono essere problematiche anche lavorative ma, soprattutto, un’accoglienza di una Chiesa che si fa vicino a tutti senza distinzioni.

D. – Tra le iniziative dell’Apostolato anche quella dei cappellani a bordo …

R. – E’ un’esperienza particolarmente italiana, che dura da 70 anni con forme diverse.In questo momento la forma più alta è quella di un’assistenza essenzialmente dedicata all’equipaggio, i cui membri trovano nel cappellano proprio un punto di riferimento che, indipendentemente dalla religione di ciascuno, è il rappresentante di Dio: il cappellano è il padre per tutti: per i musulmani, per gli atei e per i cristiani.

Giornata di sensibilizzazione in Italia

In Italia, la Giornata di sensibilizzazione si svolgerà domenica prossima con celebrazioni eucaristiche, momenti di preghiera e di riflessione nei porti italiani. Sui temi legati al mare è intervenuto anche il Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti sottolineando come la globalizzazione del lavoro, la pesca illegale e i regolamenti rigidi possano nuocere all’ambiente marittimo.

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