Giornata mondiale degli elefanti, paladini contro il cambiamento climatico

© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews  Oggi si celebra una giornata mondiale dedicata agli elefanti, animali a rischio di estinzione che possono contribuire a contrastare un fenomeno, come ricordato anche da Papa Francesco, sempre più preoccupante: il surriscaldamento globale.

Gli elefanti, nel mondo, sono oltre 400 mila e rischiano l’estinzione per il fenomeno del bracconaggio. Un’altra grave minaccia è la progressiva perdita del loro habitat, anche a causa del cambiamento climatico che innesca gravi fenomeni come quello della desertificazione. L’odierna giornata è, in particolare, un’occasione per riflettere sulle criticità che rendono questo animale sempre più vulnerabile. Un altro aspetto importante, ma meno noto, è il suo “ruolo ecologico”.

Oltre 400 mila esemplari nel mondo

Quella degli elefanti è una popolazione sempre più minacciata. In Asia, dal 1950 ad oggi, è diminuita del 75%. Oggi l’elefante asiatico è tra le specie a rischio estinzione, con una stima di soli 40 mila esemplari in tutto il pianeta. Lo scenario è preoccupante anche in Africa. Gli elefanti africani sono circa 400 mila tra i suoi più grandi nemici c’è l’uomo. Secondo stime diffuse dal Fondo mondiale per la natura (Wwf), ogni anno circa 30 mila elefanti vengono uccisi in Africa, in seguito ad attività di bracconaggio legate, soprattutto, al commercio di avorio. Una mattanza che porta alla scomparsa di interi branchi ma anche di preziosi alleati per preservare gli equilibri del globo. Recenti studi dimostrano, infatti, che questi grandi pachidermi hanno un importante ruolo nel combattere il cambiamento climatico.

Argini contro il cambiamento climatico

Gli elefanti brucano cespugli e piante, con una preferenza per quelle a crescita più rapida, che vengono anche calpestate. In questo modo, aumenta il terreno a disposizione di altre piante, a crescita più lenta. Si tratta di un dettaglio non secondario: gli alberi a crescita lenta hanno infatti il tronco più denso di lignina. Questo polimero è composto da una “spina dorsale” di molecole a base di carbonio. La capacità di un albero di assorbire carbonio è legato alla quantità di lignina presente nel tronco. Questa azione dell’albero, anche grazie al comportamento degli elefanti, si traduce in una maggiore efficacia nel combattere il cambiamento climatico. Il contributo degli elefanti, nel corso di millenni, ha favorito nelle foreste africane la crescita alberi secolari, che hanno una straordinaria capacità di accumulare carbonio rimuovendo le emissioni di gas serra e contrastando l’innalzamento delle temperature.

Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha più volte ricordato i drammatici effetti legati al cambiamento climatico. Nella recente intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”, il Pontefice ricorda che lo scioglimento dei ghiacciai, il rischio di innalzamento del livello degli oceani, la deforestazione e altre situazioni critiche portano il pianeta a vivere in “una situazione di emergenza mondiale”. A questi gravi fenomeni si aggiunge un’altra grave tendenza indicata nell’Enciclica Laudato si’: la progressiva perdita di biodiversità. Si tratta di “risorse-chiave”, scrive Francesco, che possono anche “risolvere qualche problema ambientale”. La perdita di alcune specie o di gruppi animali o vegetali, sottolinea il Papa, “non è qualcosa di poco rilevante”.

“Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto (Papa Francesco, enciclica Laudato ‘si)”

“Per causa nostra – si legge infine nell’Enciclica Laudato si’ – migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *