Giornata in memoria dei Missionari Maritiri

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ricordare i missionari uccisi nel mondo e gli operatori pastorali che hanno versato il sangue per testimoniare il Vangelo. E’ questa la finalità dell’odierna Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri. Un’iniziativa, giunta alla 23.ma edizione, che trae ispirazione dall’assassinio, il 24 marzo del 1980 in Salvador, di mons. Oscar Romero. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Annunciare il Vangelo fino al martirio. Nel 2014 sono stati 26 gli operatori pastorali a dare questa suprema testimonianza, resa alla verità della fede. Ancora una volta è l’America il Continente dove si registra il maggior numero di martiri. Dal 1980 allo scorso anno – ricorda l’Agenzia Fides – sono stati uccisi 1062 missionari. Un drammaico bilancio da considerare in difetto poiché si riferisce solo ai casi accertati. Morire nel segno della croce – sottolinea don Michele Autuoro, direttore nazionale della Fondazione Missio – è una testimonianza che genera vita:

R. – Sono 26 gli operatori pastorali uccisi. Li ricordiamo anche perché tutti avevano fatto una scelta di vita: donare la propria vita per gli altri, soprattutto affianco ai poveri. Per noi ricordarli è ricordare dei testimoni: noi li ricordiamo perché possano segnare anche il nostro cammino, il cammino della Chiesa. Che questa sia una Chiesa, come dice Papa Francesco, “sempre in uscita”, una Chiesa che ha come compagni di viaggio proprio i poveri.

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Testimoni nel segno della Croce

D. – Testimoni che hanno donato la loro vita. Ma morire nel segno della Croce è una testimonianza che genera vita…

R. – È una testimonianza che genera vita. Innanzitutto, noi siamo stati generati dalla Croce di Gesù: è quella Croce che ha generato per tutti una vita nuova. Da quella Croce c’è la Resurrezione. E, quindi, la testimonianza e il dono della vita sempre generano le nuove esistenze. Generano, soprattutto, una nuova fede: già nei primi scritti cristiani si diceva che il sangue dei martiri è fermento di nuovi cristiani.

Martiri nascosti

D. – C’è un martirio di cristiani nel mondo che, come anche ha denunciato il Papa, viene tenuto nascosto…

R. – Non sempre si pone attenzione oggi a questo martirio di tanti cristiani nel mondo. È come se questa fosse una verità scomoda, una verità che dovrebbe invitare tutti, indipendentemente dalla fede anche, a prendere una posizione, e quindi a difendere: ognuno va difeso, anche ogni minoranza. Il Papa questo lo sottolinea.  Quindi noi dovremmo essere sempre la voce di chi è indifeso, la voce di chi è più piccolo, la voce di chi viene messo da parte, di chi viene emarginato. Noi davanti a tutto questo, se anche come umanità vogliamo crescere, non possiamo tacere, né possiamo far finta che questo non accada.

Foto:

By Mongolo1984 [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons

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