Giochi olimpici di Pechino, testimonianza

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Sono “sentimenti ambivalenti” quelli che hanno spinto il vescovo coadiutore di Hong Kong, mons. John Tong Hon, ad accettare l’invito del governo cinese a partecipare alla cerimonia di apertura dei Giochi oggi a Pechino.

 

Alla gioia per lo sport, che il presule pratica occasionalmente quando gioca a pallacanestro, mons. John Tong Hon aggiunge il rammarico per il mancato invito da parte delle autorità cinesi al cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo di Hong Kong. “A Pechino – osserva il presule in un articolo pubblicato dal quotidiano della Santa Sede – sono stati invitati i responsabili di tutte le sei maggiori religioni a Hong Kong”.

Drammatica situazione di vescovi e preti in carcere

“Soltanto nel caso della Chiesa cattolica – aggiunge – l’invito non è stato esteso alle personalità più alte”. Oltre ad esprimere rammarico per questo mancato invito, il vescovo coadiutore di Hong Kong ricorda anche la drammatica situazione di diversi vescovi e sacerdoti cinesi in carcere o agli arresti domiciliari. Del vescovo Shi En’xiang – precisa mons. John Tong Hon – non si sa nulla da un decennio e il vescovo Liu Guandong vive sotto stretta sorveglianza. Il vescovo Su Zhemin – si legge ancora nell’articolo – è detenuto da circa dieci anni ed il vescovo Yao Liang è agli arresti domiciliari.

Cristiani in Cina

Molti sacerdoti, inoltre, vengono arrestati e soffrono per la fede cattolica e per la fedeltà al Papa. In occasione della Giornata di preghiera per la Cina, lo scorso 24 maggio, la polizia ha anche limitato l’accesso al Santuario di Nostra Signora di Sheshan. Riferendosi ai Giochi Olimpici, il vescovo coadiutore di Hong Kong fa notare, poi, come una delle finalità sia quella di mostrare “il progresso materiale della Cina”. “Noi cristiani – aggiunge – sottolineiamo di più lo sviluppo spirituale”. Anche per questo mons. John Tong Hon, incoraggiato dal cardinale Joseph Zen Ze-kiun, ha accettato l’invito del governo cinese.

Cina e diritti

“I cinque anelli del logo olimpico – osserva – sono noti in tutto il mondo: “Vorrei che la Cina attribuisse la stessa importanza ai cinque aspetti interconnessi di democrazia, diritti umani, stato di diritto, giustizia e pace”. Facendo riferimento, quindi, al problema dell’inquinamento atmosferico, il presule sottolinea come i provvedimenti drastici presi dal governo per contrastare lo smog, dimostrino “a tutto il mondo che l’aria pulita è essenziale per i Giochi”: “Vorrei – scrive il vescovo – che si comprendesse anche “l’importanza di una maggiore libertà religiosa e sociale”.

Una sola grande famiglia

Speranza, questa, rinfrancata da alcuni segnali di apertura: dopo il devastante terremoto a Sichuan dello scorso 12 maggio – scrive mons. John Tong Hon – “il governo è divenuto più trasparente” e ha concesso ai giornalisti, anche stranieri, la libertà di entrare nell’area colpita e di riferire quanto hanno visto e ascoltato. “Tutto il Paese – ricorda il presule – si è mobilitato come una sola grande famiglia per aiutare le vittime”. Il vescovo coadiutore di Hong Kong scrive, infine, che “non è peccato per i cristiani provare sentimenti ambivalenti”: “Dobbiamo nutrire – conclude – fede, speranza e carità”.

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