Forum del Progetto culturale: “Nei 150 anni dell’Unità d’Italia”

UNSPECIFIED - CIRCA 1900: Italy - 19th century - Giuseppe Garibaldi entering Palermo, 27 May 1860. (Photo By DEA / A. DAGLI ORTI/De Agostini/Getty Images)

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Di fronte ai compiti storici che lo attendono, il cristianesimo ha grande bisogno di ritrovare la propria unità” superando fratture e polarizzazioni interne: è quanto ha affermato il cardinale Camillo Ruini durante il suo intervento conclusivo al X Forum del Progetto culturale incentrato sul tema “Nei 150 anni dell’Unità d’Italia” e promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Le prospettive dell’Italia – sottolinea il porporato – non possono prescindere dal contesto geo-politico globale. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il cardinale Camillo Ruini, presidente del Progetto culturale della Cei – sottolinea i “rapidi spostamenti dei centri di gravità”, riferendosi al peso assunto dalla Cina e a quello che acquisirà sempre più l’India. L’Europa vede inoltre “diminuire il proprio ruolo economico e politico” e il porporato ricorda, in particolare, come Benedetto XVI abbia ripetutamente denunciato “quello strano odio” dell’Europa verso se stessa, che è la ragione più profonda della sua crisi.

Riscoprire le radici dell’Europa

L’Europa deve dunque trovare la strada di una sua “interna unità e solidarietà più vera”. Questo odio – aggiunge – chiama in causa anche il cristianesimo da un duplice punto di vista:

“In primo luogo il cristianesimo sembra essere l’oggetto principale dell’odio e del distacco dell’Europa da se stessa e dalle sue radici; a un livello più profondo, l’odio di sé ha in qualche misura intaccato il cristianesimo stesso, gli uomini e le forme in cui esso si incarna, svuotandolo dall’interno del suo vigore e del suo fascino”.

Situazione italiana

Il cardinale Camillo Ruini si sofferma poi sulla situazione italiana. Nelle circostanze attuali – fa notare il porporato – è facile identificare per l’Italia fonti di rischi “nelle difficoltà del momento politico” e “nella crisi economico – finanziaria internazionale”. Tra le cause più profonde di questi rischi, che possono rivelarsi dei pericoli per l’unità nazionale e lo sviluppo dell’Italia, il cardinale Camillo Ruini individua “la difficile riformabilità” del sistema italiano, legata anche ad una “altrettanto difficile governabilità”:

“Ritengo, come opinione puramente personale, che un contributo al funzionamento del nostro sistema politico potrebbe venire da un rafforzamento istituzionale dell’esecutivo, naturalmente nel pieno rispetto della distinzione tra i poteri dello Stato. Per la medesima ragione mi sembra importante mantenere, in una forma o nell’altra, un sistema elettorale di tipo maggioritario. Nella stessa direzione sembra spingere l’attuazione del federalismo”.

Essere genuinamente cattolici

Il cardinale Camillo Ruini ricorda infine le parole di Giovanni Paolo II nella lettera del 1994 ai vescovi italiani sulle responsabilità dei cattolici: “Le tendenze che oggi mirano a indebolire l’Italia – si legge nel documento – sono negative per l’Europa stessa e nascono sullo sfondo della negazione del cristianesimo… All’Italia, in conformità alla sua storia, è affidato in modo speciale il compito di difendere per tutta l’Europa il patrimonio religioso e culturale innestato a Roma dagli apostoli Pietro e Paolo”. Il porporato parla infine della necessità per i cattolici italiani di essere, nel loro impegno per il Paese, anzitutto genuinamente e concretamente “cattolici”:

“Essere veramente, e vorrei dire semplicemente, cattolici è la premessa ineludibile per un impegno che sia storicamente efficace e al contempo davvero orientato in senso cristiano e cattolico. A questo fine, nella situazione attuale, bisogna saper reagire a quella ‘secolarizzazione interna’ che insidia i cattolici e la stessa Chiesa”.

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