Forum associazioni sociosanitarie: in Italia salute disuguale

© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Umanizzazione della medicina e disuguaglianze nell’accesso alle cure. Sono questi alcuni dei temi al centro della conferenza stampa organizzata a Roma dal Forum delle Associazioni sociosanitarie.

In Italia la salute è disuguale: i poveri e le persone meno colte vivono in media cinque anni di meno di coloro che sono ricchi e più colti. Se il confronto si sposta anche tra gli abitanti delle regioni settentrionali e quelli del meridione, il gap è ancora più rilevante. È quanto denuncia il dott. Aldo Bova, presidente del Forum delle associazioni sociosanitarie, rispondendo alle domande dei giornalisti presso la sede dell’Associazione medici cattolici italiani.

Salute diseguale

Il presidente del Forum delle associazioni sociosanitarie ricorda inoltre che presso l’Istituto Pascale di Napoli, Istituto nazionale di tumori, è stato condotto uno studio su migliaia di persone con disagio economico che si sono sottoposte a trattamenti di chemioterapia. È stato rilevato che il 30% dei poveri e delle persone meno colte non risponde alla terapia. C’è una ingiustizia sociale, aggiunge il dott. Bova, caratterizzata dal fatto che i poveri si ammalano di più. Questo scenario è legato, in particolare, a due motivi: i poveri vengono a conoscenza delle loro patologie in tempi più lunghi e spesso non hanno la possibilità di pagare l’eventuale ticket per accedere alle cure. Il Forum delle associazioni sociosanitarie chiede quindi al mondo della politica che le persone più disagiate possano accedere gratuitamente alle prestazioni necessarie per la loro salute. Le persone più ricche devono inoltre assicurare maggiori contributi. Un altro aspetto cruciale è la creazione, sul territorio, di strutture in grado di individuare e seguire le persone in difficoltà sotto il profilo economico, mentale e sociale.

Umanizzazione della medicina

Un altro elemento fondamentale, prosegue il dott. Aldo Bova, è l’umanizzazione della medicina: studi di neuroscienza dimostrano che quando sussiste un rapporto empatico ed umano tra medico e paziente, si innescano dei meccanismi celebrali in grado di favorire la guarigione. Se c’è un buon rapporto tra medico e paziente, le diagnosi sono migliori e più facilmente il paziente riesce a curarsi. Questo, conclude, si traduce anche in un risparmio dal punto di vista economico e finanziario per il sistema sanitario nazionale.

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