Fallimento banche, pensionato suicida

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il governo italiano ha varato un decreto che ha permesso di salvare 4 banche in crisi, posti di lavoro e conti correnti. Ma non è stato possibile, in base alle regole europee, tutelare azioni e obbligazioni subordinate. E’ quanto ha dichiarato il premier Matteo Renzi all’indomani della drammatica notizia del suicidio del pensionato che si è tolto la vita dopo aver perso i suoi risparmi a causa del fallimento della sua banca. Speriamo – ha detto il segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino – che questo tragico episodio “faccia riflettere tutti quanti noi a non misurare la vita e il progresso della civiltà soltanto con il Pil o con le percentuali dei soldi”. Molti di coloro che hanno perso i loro risparmi sono pensionati. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, la portavoce del gruppo “Vittime del Salva Banche”, Letizia Giorgianni:

 

R. – Il 70 per cento delle persone che hanno aderito al nostro gruppo e che ogni giorno ci chiamano sono persone – purtroppo – come il pensionato, che avevano investito tutto in queste obbligazioni e che, con questo decreto, si sono viste non solo derubate, ma anche truffate, umiliate. Abbiamo tante testimonianze. Nel nostro gruppo ci sono tanti nipoti o figli che stanno portando, insieme a noi, avanti questa causa proprio per non far saper niente ai loro genitori o ai loro nonni, che non reggerebbero… Lo abbiamo visto con quel signore: non reggerebbero questo colpo! Questo decreto sta uccidendo le persone e probabilmente non è neanche il primo caso…

D. – Soffermiamoci sui risparmiatori che hanno perso i loro soldi, sulle “vittime di questo Piano Salva Banche”. Tra loro ci sono molti pensionati. Ma perché a questi pensionati venivano consigliate delle “obbligazioni subordinate”?

R. – C’è sicuramente stata una leggerezza. Io dico leggerezza per non utilizzare termini forti, che potrebbero crearmi anche problemi, perché potrei dire frode. Io dico leggerezza nel personale della banca a consigliare questo tipo di investimento, sfruttando il fatto che nei piccoli centri la figura del direttore di banca, la figura del bancario è una figura di riferimento. C’è quasi un rapporto di amicizia. Non solo: fino a due settimane fa avevamo delle rassicurazioni da parte degli organismi interessati – Banca d’Italia, Abi e altri organi di vigilanza in generale – che ci rassicuravano. In due settimane che cosa è successo? Cosa è successo ai nostri risparmi? Dove sono questi soldi?

D. – Lei, nello specifico, di cosa è stata vittima?

R. – Sicuramente non ci hanno consigliato bene. Mia mamma aveva investito, anche per me, questi soldi, con un investimento fatto nel 2007. Il tasso di rendimento era del 4,1 per cento lordo… Non era un tasso che poteva far prevedere un certo rischio. Noi siamo persone che andavano in banca. Perché allora il personale della banca ci ha rassicurato? Perché ci hanno detto: se vendi adesso – come abbiamo chiesto noi – ci rimetti 12 mila euro, ti conviene aspettare… Adesso abbiamo perso tutto! Erano 100 mila euro…

D. – La platea di chi rischia di perdere i propri risparmi è molto ampia…

R. – Attenzione, nessuna banca è solida! Adesso noi stiamo parlando di quattro banche, ma secondo i dati di ieri sono almeno 16 le banche in sofferenza, che ancora non sono arrivate al commissariamento. Sono 16! Attenzione, nessun risparmio è più al sicuro! Il cittadino si può sentire adesso tranquillo anche in virtù di quello che è successo a noi? E’ il caso di essere uniti o dire ancora che noi abbiamo speculato con questi soldi? Attenzione! I nostri risparmi, se questa sarà la decisione definitiva e se questo decreto diventerà legge, non saranno più sicuri.

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