Egitto: attacco contro una chiesa copta

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Egitto, almeno 190 persone sono state arrestate dopo il nuovo attacco contro una chiesa copta nel quartiere di Imbada al Cairo che, nella notte tra sabato e domenica, ha preceduto violenti scontri tra musulmani e cristiani, costati la vita ad almeno 12 persone. Tra le vittime, ci sono anche un giovane studente della scuola salesiana Rod el Faragh del Cairo e il padre di un postulante comboniano. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Lo scontro è stato originato dal diffondersi di una voce, non confermata, secondo cui una donna cristiana, sposata con un musulmano e intenzionata a convertirsi all’islam, sarebbe stata trattenuta contro la sua volontà nella chiesa ortodossa di San Mina al Cairo. Centinaia di islamici, istigati da gruppi di musulmani salafiti che seguono un’interpretazione radicale del Corano, hanno circondato il luogo di culto cristiano chiedendo insistentemente che la donna uscisse dalla chiesa.

Intervista con padre Verdoscia

La situazione è poi rapidamente degenerata. Su questo nuovo drammatico episodio, ascoltiamo padre Luciano Verdoscia, missionario comboniano da 16 anni in Egitto:

R. – E’ entrato un gruppo di uomini e hanno incominciato a sparare. Poi si sono diretti verso una chiesa ortodossa e l’hanno bruciata. Da lì, poi, sono incominciati gli scontri perché cristiani di altri quartieri sono venuti in questo quartiere. L’esercito ha tardato quattro ore ad arrivare. E’ necessario dire che in tutto il Medio Oriente ci sono settarismi, divisioni e inoltre questo è un periodo molto critico, perché ci sono gruppi manovrabili, tipo questi cosiddetti “salafiti” ed anche altri gruppi fondamentalisti islamici. Le ragioni di questa situazione sono fondamentalmente due: l’ignoranza e la povertà. In Medio Oriente, buona parte della gente che non ha cultura e che non ha possibilità economiche, ritrova la propria identità nell’identificazione religiosa e l’identità religiosa diventa tutto!

Movimento salafita sempre più intransigente

D. – E poi, padre, c’è anche un altro aspetto: dalla caduta del regime di Mubarak in Egitto, il movimento salafita è diventato sempre più intransigente, proprio nel tentativo di diffondere una visione ultraconservatrice. Così si mette anche in crisi il delicato equilibrio tra le varie confessioni …

R. – Questa visione è sempre stata presente in alcuni settori minoritari della comunità islamica internazionale. Bisogna però anche considerare – e questi sono commenti fatti da alcuni musulmani tra i più moderati – che questa è una manovra da parte del vecchio regime: quella di creare disordini usando questi gruppi che prima erano tenuti sotto stretta osservazione. E’ chiaro che al momento, con la crisi che attraversa il Medio Oriente, c’è anche il gioco politico di altre forze. Questi soggetti sono manovrabili; buona parte di queste persone vive in quartieri popolari dove il livello culturale è minimo. Io lavoro da anni in questi quartieri, cercando di portare avanti un progetto proprio per favorire l’istruzione dei bambini che provengono da famiglie povere, e uno degli obiettivi è quello di dare più dignità attraverso l’istruzione, sperando di poter contribuire a creare più tolleranza. E’ quindi una vera missione, una missione molto chiara, per me fatta nel nome di Dio. Ed è un mondo che, in questo momento peculiare, ha bisogno di posizioni chiare, non ambigue, come spesso avviene in politica …

Foto:

Diego Delso [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *