Crisi in Libano, intervista con mons. Béchara Raϊ

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Libano non accennano a diminuire le tensioni politiche. L’opposizione filosiriana ed il movimento Hezbollah, già scesi in piazza nei giorni scorsi, hanno indetto una nuova manifestazione per domenica prossima contro il governo di Fuad Siniora. Intanto, i vescovi maroniti hanno lanciato un nuovo appello per la pacificazione nel Paese. Ma qual è la richiesta dei presuli libanesi? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al vescovo di Byblosdei maroniti, mons. Béchara Raϊ:

R. – Non vediamo altra soluzione che tornare alle istituzioni costituzionali, e per queste intendiamo il Parlamento, il quale dovrebbe risolvere la crisi di governo. Non possiamo lasciare che siano le manifestazioni di piazza a risolvere i nostri problemi. Bisogna agire attraverso le istituzioni. Questo è stato l’appello. Le manifestazioni servono per esprimere opinioni; in ambito democratico, però, le soluzioni devono essere prese attraverso le istituzioni.

Béchara Raϊ

D. – Dopo la guerra tra Hezbollah e Israele sembra purtroppo realistica l’ipotesi, adesso, di una guerra civile …

R. – Temiamo una guerra civile. Temiamo una guerra tra sunniti e sciiti, a causa di una ripercussione del conflitto in Iraq. Abbiamo quindi lanciato questo appello, perché se le manifestazioni continueranno c’è questo pericolo di scontro tra sunniti e sciiti.

D. – Quindi, la difficile realtà del Libano subisce anche ripercussioni esterne legate all’intricata situazione dell’intera regione?

R. – Penso di sì. Si dice che Hezbollah è legato, nelle sue decisioni, alla Siria e all’Iran; loro negano. Ma non basta negare con le parole, bisogna negare con i fatti. I fatti sono quelli di non continuare l’opposizione nelle strade, distruggendo tutto. Si tratta di una distruzione economica, sociale e politica, non solo di manifestazioni! Le ripercussioni e le conseguenze sono nefaste. Bisogna tornare tutti alle istituzioni costituzionali, dove ciascuno è rappresentato e non provocare la paralisi completa della vita economica, politica e sociale del Paese.

D. – Quale, allora, il ruolo della Chiesa per il futuro del Libano?

R. – La Chiesa si sta impegnando e tramite la buona volontà, che non manca, cerca di creare una corrente di unità e di comprensione. Malgrado tutto, da noi vince l’ottimismo sul pessimismo. Infatti, ci sono molti tentativi per trovare una via di mezzo e uscire dalla crisi. Speriamo bene!

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By Piotr Rymuza [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)], from Wikimedia Commons

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