Crisi in Libano, sforzi della comunità internazionale

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In primo piano, la crisi in Libano dove si moltiplicano gli sforzi della comunità internazionale per arrivare ad una tregua. Il segretario di Stato americano, CondoleezzaRice, è arrivata a sorpresa a Beirut, dando il via ad un tour diplomatico, e ha chiesto un cessate il fuoco nel Paese dei cedri. Ma sul terreno continuano gli scontri. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, giunta oggi a sorpresa nella capitale libanese, ha lanciato un appello urgente per “un cessate il fuoco a condizioni giuste” e ha espresso la disponibilità degli Stati Uniti ad operare con la Siria, per risolvere la crisi nel Medio Oriente. Ma quella di una tregua imminente sembra ancora una prospettiva lontana: il leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha dichiarato che i guerriglieri sciitinon fermeranno gli attacchi missilistici contro lo Stato ebraico.

Israele: crisi molto lunga

Ed il premier israeliano, Ehud Olmert, ha affermato che la crisi tra Israele ed Hezbollah “sarà molto lunga”. Sul terreno, poi, si continua a combattere: la televisione araba “Al Jazeera” ha rivelato che sono stati uccisi due soldati israeliani. Un portavoce dell’esercito israeliano ha riferito, inoltre, che due guerriglieri sciiti sono stati catturati nel sud del Libano. Le autorità ebraiche hanno anche reso noto che due piloti sono rimasti uccisi in un incidente e non in seguito ad un attacco, come sostenuto dagli Hezbollah.

Ipotesi di una forza internazionale

Ma in questo scenario dominato dalle violenze, prende comunque corpo l’ipotesi del dispiegamento di una forza internazionale in Libano sotto l’egida dell’ONU. Il rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Javier Solana, ha definito questo progetto “una possibilità reale”, che sarà discussa mercoledì prossimo durante la Conferenza per la pace in Medio Oriente. Da parte israeliana, sono già arrivati importanti segnali di apertura: il primo ministro israeliano si è detto infatti favorevole all’arrivo, nel sud del Libano, di truppe inviate da Paesi dell’Unione Europea. E ieri, il governo israeliano aveva anche dato il proprio consenso all’eventuale dispiegamento di una forza di interposizione della NATO lungo il confine meridionale del Libano.

Intervista con Ernesto Olivero

Sono molteplici, nel mondo, le iniziative per sostenere le popolazioni colpite dal conflitto in Libano tra forze israeliane e miliziani Hezbollah. In Italia, in particolare, il Servizio missionario giovani (SERMIG) allestirà nel pomeriggio, a Torino, la Tenda della pace per raccogliere fondi, generi di prima necessità e sottolineare un’urgenza: l’opzione per la pace e il ripudio di ogni forma di violenza. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il fondatore del SERMIG, Ernesto Olivero:

 

R. – Oggi a Torino, il SERMIG alzerà la propria grande tenda della pace per dire “no” alla guerra, “no” a tutte le guerre che ci sono in questo momento, “no” ai campi profughi.Però il nostro “no” diventa immediatamente una proposta per chiedere alla gente di aiutarci per comprare dei medicinali e portare viveri in Libano, in Giordania, in Israele, a Gaza. E’ necessario portare immediatamente un aiuto come ci suggeriscono il Santo Padre e la nostra coscienza.

Cultura di pace

D. – Quindi, il vostro scopo è portare soccorso alle popolazioni colpite senza dimenticare le cause delle violenze e delle ingiustizie e impegnandovi in una cultura di pace, che dia dignità alle persone e promuova anche lo sviluppo…

R. – Esatto, è la nostra filosofia di sempre, soccorrere immediatamente. Noi, però, questa volta vogliamo ribadire, ancora con più forza, che adesso bisogna rimuovere le cause dei conflitti: la guerra esiste perché c’è un egoismo, la guerra esiste perché i grandi organismi mondiali non fanno il loro dovere, la guerra esiste perché la coscienza di tanta gente è assopita e sta diventando sempre più indifferente. Se da Torino e da tante città del mondo non viene fuori un’indignazione, questa grande guerra avrà tanto presente e tanto futuro. Noi dobbiamo convincere il mondo arabo che Israele esiste e dobbiamo convincere il mondo israeliano che il mondo arabo esiste e dobbiamo incontrarci nel campo della giustizia.

Progetto per il Medio Oriente

D. – Spedizioni umanitarie del SERMIG hanno raggiunto vari Paesi del Medio Oriente. C’è, in particolare, un progetto che vorreste realizzare?

R.- Noi abbiamo un grande desiderio: ci piacerebbe aprire un Arsenale della pace al confine tra Israele e Palestina. Ci piacerebbe poter accogliere disabili musulmani, israeliani e cristiani per partire dalla sofferenza e trovare un po’ di unità.

Foto:

By Israel Defense Forces (The IDF Honors Its Reservists) [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

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