Congresso missionario dell’India, intervista con il card. Gracias

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Si è concluso ieri in India il primo Congresso missionario della Chiesa indiana. All’incontro hanno partecipato 1500 delegati per approfondire il tema “Risplenda la vostra luce”. Il Congresso è stata un’occasione per rafforzare la fede della comunità cattolica in India. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana:

R. – Tutti sono rafforzati nella fede, ascoltando la storia della Chiesa. Questa forza della fede si diffonderà dappertutto.

Sfide per la Chiesa in India

D. – In india vivono circa 18 milioni di cattolici. Quali priorità e sfide sono emerse dal Congresso?

R. – Prima di tutto la coscienza e la sicurezza che il Vangelo sia ancora vivo in India. Abbiamo avuto delle difficoltà in diverse parti del Paese negli ultimi anni, ma io penso che questo Congresso abbia rafforzato la fede della gente. Una sfida è poi il dialogo con gli altri, vivere con i non cristiani. Un’altra sfida è la formazione della fede dei cattolici. I laici, inoltre, devono avere il loro posto, voluto dalla Chiesa. Molti laici hanno dato testimonianza della loro fede, del loro lavoro per il Vangelo. E un altro aspetto riguarda i giovani, sul come anche loro possano vivere la fede.

Festa induista del Diwali

D. – Venerdì scorso si è tenuta in India la festa induista del Diwali, che celebra il passaggio dalle tenebre alla luce. Come far risplendere, non solo in India ma in tutta l’Asia, la luce di Gesù Cristo?

R. – Noi abbiamo detto che Cristo è luce del mondo. Il Vangelo è veramente la risposta a tutti i problemi del mondo, anche dell’India. Pace, amore, armonia, vivere come una famiglia, comprendere gli altri, aiutare gli altri: il Vangelo ha tutte le risposte. Cristo è la nostra luce e noi abbiamo un grande desiderio: condividere Cristo con gli altri e offrire questa luce anche agli altri.

India dilaniata da fame e povertà

D. – In India, però, è purtroppo drammatica l’oscurità provocata dalla fame, dalle sofferenze, dalle violenze anticristiane. Quali responsabilità hanno i cristiani in un Paese offuscato da queste forme di oscurità?

R. – La Chiesa ha sempre aiutato quelli che sono in difficoltà. Le nostre scuole, i nostri ospedali, le nostre attività sociali sono sempre per tutti. Direi che l’80 per cento dei nostri beneficiari sono non cristiani. La Chiesa vuole sempre servire la nazione ed essere al servizio degli altri. Questo messaggio è chiaramente emerso dal Congresso. Noi saremo uomini e donne che servono gli altri, la Chiesa e anche la nazione.

Situazione dei cristiani in Orissa

D. – Quale è oggi la situazione dei cristiani in Orissa ad oltre un anno dalle violenze anticristiane in questa regione?

R. – La situazione è chiaramente migliore, ma in alcune zone c’è ancora tensione perché alcuni induisti hanno detto che i cristiani non possono tornare nelle loro case se non cambiano religione e se non diventano indù. Spero che presto, tra un mese o due, la situazione si normalizzi.

Risplende la luce di madre Teresa

D. – Di fronte a gravi oscurità, e nonostante le violenze, brilla comunque la luce di Cristo, risplende la luce di Madre Teresa di Calcutta, esempio vivo di missione in India e per l’India…

R. – Madre Teresa è sempre un’icona per noi. Madre Teresa ha fatto questo, perché ha capito il Vangelo. Ha sempre avuto amore per gli altri e perciò ha potuto realizzare quello che ha realizzato.

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