Card. Tauran: fede è forza per costruire la pace

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La cruciale tematica della libertà religiosa, esplorata nella sua dimensione di diritto umano fondamentale minacciato da attacchi non solo cruenti ma anche subdoli, è stata al centro dell’intervento, ieri al Meeting di Rimini, del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

La libertà religiosa è “un diritto umano fondamentale” ben definito dalla legislazione internazionale. Non viene concessa dallo Stato né da un governo, ma “appartiene ad ogni persona” che può esercitarla, in maniera individuale o collettiva, senza altro limite che “quello di non ledere i diritti degli altri cittadini”. La libertà di religione consiste nella possibilità, per la persona, “di scegliere una relazione con Dio” e di “decidere di vivere conformemente ad essa”. Ma questa libertà, in varie regioni del mondo, è minata da gravi insidie. Ricordando i soprusi sfociati anche negli ultimi giorni in persecuzioni e discriminazioni, il cardinale Jean-Louis Tauran ha sottolineato che sono i cristiani a vedere maggiormente lesa questa libertà.

Persecuzioni anche subdole

La persecuzione – ha aggiunto – può essere anche “subdola”, soprattutto nei Paesi occidentali dove sono molteplici i “tentativi di confinare la religione nel privato”. Si deve anche rilevare che i mass media, in realtà, affrontano sempre più spesso il tema della libertà religiosa:

“Dio, che le ideologie del secolo scorso avevano estromesso, è tornato sulla scena pubblica. Dico ‘Dio’, e non parlo del ‘cristianesimo’. Inoltre, la presenza sempre più visibile dell’islam in Europa, e le azioni violente perpetrate da alcuni membri traviati di quella grande religione, sono all’origine del ritorno del ‘religioso’ in occidente, ma anche della paura che le religioni inducono spesso nella mente dell’uomo secolarizzato”.

Terrorismo di matrice religiosa e condanna di Papa Benedetto

Una condanna precisa del terrorismo di matrice religiosa – ha poi spiegato il porporato – è quella formulata da Papa Benedetto nel 2006. “Il terrorismo – diceva – non esita a colpire persone inermi, senza alcuna distinzione, o a porre in essere ricatti disumani”. “Nessuna circostanza – aggiungeva il Papa – vale a giustificare tale attività criminosa” che è tanto più deprecabile “quando si fa scudo di una religione”. Non si può comunque prescindere da Dio – ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso – perché “l’uomo è per natura un animale religioso”: è “l’unica creatura che interroga e si interroga”.

Il vero tesoro è la fede

Ma mentre la religione esprime una “relazione di dipendenza della creatura rispetto al Creatore”, nel caso delle sette è “l’essere umano che pretende di dominare le forze soprannaturali a proprio beneficio”. Il vero tesoro per il credente è la fede:

“La fede, in realtà è una forza per costruire la pace. Quando si crede che ogni persona umana ha ricevuto dal Creatore una dignità unica, che ciascuno di noi è soggetto di diritti e libertà inalienabili, che servire il prossimo significa crescere in umanità, si può comprendere quale capitale costituiscano le comunità di credenti nella costruzione di un mondo pacificato e pacifico”.

I credenti sono un vantaggio per la società

I credenti che si incontrano, malgrado le loro diversità, costituiscono “un vantaggio per la società”: quasi tutte le religioni, infatti, predicano “la fraternità e rifiutano la violenza gratuita”. Ma oltre al contributo alla pace e all’armonia sociale, il patrimonio spirituale assicura altre ricchezze. I seguaci delle religioni – ha concluso il cardinale Tauran – possono richiamare con la loro coerenza di vita la “priorità dell’etica sulle ideologie, il primato della persona sulle cose, la superiorità della mente sulla materia”. “Togliete la religione dalla società – ha detto il porporato ricordando le parole del gesuita Luigi Taparelli – e l’uomo diventerà presto una merce”.

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