Cannabis. Garattini: dalla politica un brutto segnale

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Italia prosegue il dibattito politico sulla legalizzazione della cannabis. 218 parlamentari hanno sottoscritto e presentato una proposta di legge trasversale, per la liberalizzazione di questa droga, che prevede la possibilità di detenere una modica quantità di cannabis per uso ricreativo e di  coltivare in casa fino a cinque piante.  Questa proposta di legalizzazione è un brutto segnale ai giovani. E’ quanto sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco il fondatore e il direttore dell’istituto dui ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, Silvio Garattini:

 

 

R. – Ritengo che la discussione che si sta facendo adesso sulla liberalizzazione o sulla legalizzazione sia un brutto segnale che diamo ai giovani. Abbiamo già due gravi forme di attentati alla salute, che sono rappresentati dal tabacco e dall’alcool: ora ne aggiungiamo un altro che evidentemente non giova certo a migliorare le cose… Dovremmo, invece, sviluppare come società un forte intervento di tipo culturale per aiutare i giovani ad evitare questa schiavitù da sostanze chimiche.

Il proibizionismo non è la risposta

D. – Dunque un’educazione culturale, oltre il mero proibizionismo…

R. – Certamente bisogna lasciare a tutti la libertà di fare quello che vogliono, però bisogna anche dare informazioni e bisogna educare, a partire dalla scuola. Questo processo, in realtà, non esiste perché c’è questa forma di ambiguità da parte dello Stato che – da un lato – vorrebbe fare qualcosa di utile per la salute, ma che – dall’altro – non vuole rinunciare alle tasse che derivano dal tabacco e dall’alcool e che, presumibilmente, deriveranno anche dalla cannabis messa in circolazione.

I costi della legalizzazione

D. – Una legalizzazione comporterebbe anche costi molto alti per il sistema sanitario?

R. – Non c’è dubbio che molte delle cosiddette cattive abitudini di vita che riguardano il tabacco, l’alcool, la cannabis e tutte le droghe, siano un attentato alla sostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale.

Cannabis e cervello

D. – Quali sono gli effetti della cannabis sia sul cervello, sia sulla personalità?

R. – Gli effetti della cannabis dipendono naturalmente molto dalle dosi e dalla frequenza con cui viene assunta. Gli effetti sul sistema nervoso centrale sono rappresentati soprattutto dalla dipendenza, prevalentemente di carattere fisico, e poi da una tendenza – soprattutto quando la cannabis è stata assunta in età giovanile – a sviluppare, anche a distanza di molto tempo, più malattie mentali, tra cui ansia, psicosi… Esistono, poi, anche degli effetti immediati che sono rappresentati, soprattutto negli adolescenti, dalla difficoltà di apprendimento, da una forma di distacco dai rapporti sociali. Non esistono soltanto effetti sul sistema nervoso centrale, ma anche effetti sul sistema respiratorio. Non dimentichiamo che la cannabis, dal momento che viene assunta sotto forma di sigarette, provoca la formazione di sostanze cancerogene e, quindi, la possibilità di avere tumori.

Vittime della cannabis sono soprattutto giovani

D. – Perché danneggia maggiormente i ragazzi e perché sono soprattutto i più giovani a farne uso?

R. – Il danno sembra essere correlato con il fatto che il cervello, fino almeno all’età dei 18 anni, è in sviluppo ed un sistema che è in sviluppo è molto più sensibile a qualsiasi attacco da parte di sostanze chimiche che vengano in contatto con il cervello. I ragazzi la usano perché, probabilmente, è una forma di reazione al mondo in cui vivono, ma rappresenta anche una moda. Una moda poiché molti dei modelli di riferimento dei ragazzi la usano, molti giovani la seguono.

Droghe sempre più nocive

D. – Una moda sempre più pericolosa e la cannabis, negli anni, è diventata sempre più nociva…

R. – Aumentano i contenuti di tetraidrocannabinolo nella cannabis e quindi possono aumentare anche gli effetti tossici.

Effetti a lungo termine

D. – E’ vero che si possono registrare patologie anche dopo i 15 anni?

R. – Ci sono dei dati che indicano, certamente, che molti degli effetti si vedono a distanza di tempo, ma vi sono pure dei dati – che naturalmente vanno confermati e allargati – che indicato che si hanno anche alterazioni nella struttura celebrale. Quindi bisogna essere molto cauti e bisogna evitare di utilizzare termini come “leggera” che sono dei termini assolutamente inappropriati.

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