Buttiglione: passo indietro sulla scena europea

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Il compito del politico è assumersi anche delle responsabilità non sue quando questo serva per il bene della comunità”. Le parole con cui Buttiglione ha deciso ieri di fare un passo indietro sulla scena europea, hanno fatto eco per l’intera giornata nei Palazzi della politica italiana. Tra espressioni di solidarietà, accuse e tensioni, la Maggioranza già pensa al sostituto e all’inevitabile rimpasto di Governo. Ma anche il Parlamento di Strasburgo chiede nuove modifiche a Barroso. Il servizio è di Amedeo Lomonaco:

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Le dimissioni di Rocco Buttiglione da commissario europeo creano l’effetto domino sul governo italiano, a tal punto che già ieri iniziava a circolare la parola “rimpasto”. Un cambiamento di pedine che propone al momento due sole certezze: il vice premier Gianfranco Fini e il ministro degli Esteri, Franco Frattini, Commissario in Europa. Tutto il resto verrà deciso successivamente, come il nuovo ruolo di Buttiglione, al quale potrebbe andare il Ministero degli Affari Regionali o la Funzione Pubblica. Un toto-nomine che si arricchisce di ora in ora, dunque, ma che crea una nuova frattura con la Lega, esclusa dal vertice di ieri tra Berlusconi, Casini, Fini, Follini e Letta. Ed il ministro Maroni preferisce essere chiaro con i suoi alleati: “Senza il Carroccio – dice – non si prendono decisioni”.

Da scegliere un nuovo candidato

Tutto da rifare, dunque, o forse in parte. Per il momento è ancora Buttiglione ad essere al centro delle attenzioni politiche: incassa la solidarietà dal centrodestra; viene associato ad una brutta figura dal centrosinistra. L’opposizione, però, non calca la mano ed anzi chiede al Governo Berlusconi di decidere al più presto sull’altro candidato da spedire in Europa. Intanto, a Strasburgo i due principali partiti politici dell’Europarlamento, popolari e socialisti, chiedono a gran voce altri cambiamenti nella squadra di José Manuel Durao Barroso, sostituzioni concernenti l’ungherese Laszlo Kovacs (energia), la liberale lettone Ingrida Udre (fisco) e la liberale olandese Neelie Kroes (concorrenza).

 

 

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