Bombe sul Vaticano

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Oggi pomeriggio a Roma viene presentato il libro intitolato “1943. Bombe sul Vaticano”: il volume, curato da Augusto Ferrara (Coedizione Lev – Augusto Ferrara Editore) raccoglie documenti e immagini su un drammatico evento, sconosciuto ai più, verificatosi la sera del 5 novembre del 1943. Partecipano all’incontro anche il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e l’on. Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Sulla genesi di quest’opera Amedeo Lomonaco ha intervistato l’autore, Augusto Ferrara

R. – Tutto è iniziato quando su una bancarella ho trovato una busta con circa 30 fotografie fatte il giorno dopo lo sgancio delle bombe, con una nota personale del fotografo ufficiale che indicava l’ora in cui era avvenuto.

Era il 5 novembre 1943

D. – Torniamo proprio all’ora del bombardamento: erano le 20.10 del 5 novembre 1943. Cinque bombe venivano sganciate sul territorio del Vaticano. Non ci furono vittime, ma solo danni materiali …

R. – Una bomba inesplosa, quattro esplose sul corridoio dietro la Basilica di San Pietro. Sono state frantumate diverse vetrate della Basilica di San Pietro, nella parte posteriore. Danni ha riportato il corridoio che sale e va verso la stazione ferroviaria. Le quattro bombe sono state lanciate su questo corridoio. Sulla facciata della stazione ferroviaria si vedono ancora le schegge delle bombe. Lo stesso Governatorato, nella facciata laterale, ha ancora le schegge di queste bombe. E’ stata questa busta con circa 30 fotografie che mi ha portato, giornalisticamente, a volerne sapere di più e a scrivere questo libro di 160 pagine.

Ex stazione vaticana
Reazione di Papa Benedetto XVI alla visione del libro

D. – Lei ha consegnato il suo libro al Papa: qual è stata la reazione del Santo Padre, vedendo le foto del bombardamento contenute nel libro?

R. – La prima cosa che ha detto, vedendo la fotografia, è stata: chi è stato?

Responsabilità dell’attacco

D. – E, infatti, è questa la domanda chiave: di chi è la responsabilità di quel bombardamento?

R. – Ci sono tre-quattro pagine che specificano questo: c’è una telefonata fatta da un sacerdote da Viterbo, una conversazione telefonica riportata tale e quale: “Eh, ma questi americani l’hanno fatta veramente grossa!”. La risposta è stata: “Ma quali americani?! L’aereo è partito da Viterbo, io sto venendo da Viterbo: sono stati i fascisti a fare queste cose!”. Questa è una telefonata registrata che viene riportata per intero.

Il motivo del bombardamento

D. – Un’altra questione chiave, un’altra questione storica è questa. Perché sono state sganciate le bombe in Vaticano?

R. – Farinacci, che è stato l’animatore del fascismo, specialmente nell’ultimo periodo, voleva colpire la Radio Vaticana. Questo aereo, infatti, ha sorvolato il Vaticano … ma nessuno sapeva di chi fosse il velivolo.

Radio Vaticana nel mirino

D. – Perché si voleva colpire la Radio Vaticana?

R. – Per il semplice motivo che volevano bombardare la Radio Vaticana che trasmetteva da lì i messaggi che venivano ascoltati dagli americani. Però hanno distrutto il Museo delle Ceramiche, che poi è stato spostato nella posizione attuale, dove si trova la Fabbrica di San Pietro. L’originalità di questo volume è che io non racconto la mia minima impressione: non faccio altro che riportare la documentazione di quello che è avvenuto.

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