Benedetto XVI a ebrei e musulmani

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Sono cresciuti rapporti durevoli e fiduciosi” tra ebrei e cristiani. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI incontrando ieri a Berlino, nella sede del Reichstag, rappresentanti della Comunità ebraica. Il Papa ha ricordato che “lo scambio tra chiesa cattolica ed Ebraismo in Germania ha già portato frutti promettenti”. Ebrei e cristiani – ha aggiunto – hanno “una responsabilità comune per lo sviluppo della società”. Il tema della costruzione di un tessuto sociale fondato su valori condivisi e diritti inalienabili è stato al centro, stamani, anche dell’incontro, tenutosi nella Nunziatura apostolica di Berlino, tra il Santo Padre e rappresentanti delle comunità musulmane. Il servizio di Amedeo Lomonaco

Tra Chiesa cattolica e comunità musulmane in Germania è cresciuta “un’atmosfera di rispetto e di fiducia”.

“Die Anwesenheit zahlreicher muslimischer Familien ist seit den 70er“…

“A partire dagli anni ’70 – ricorda il Papa – la presenza di numerose famiglie musulmane è divenuta sempre di più un tratto distintivo di questo Paese”. “Sarà tuttavia necessario impegnarsi costantemente per una migliore reciproca conoscenza e comprensione”. Molti musulmani attribuiscono “grande importanza alla dimensione religiosa” e questo, a volte, è interpretato come “una provocazione in una società che tende ad emarginare questo aspetto” o ad ammetterlo “tutt’al più nella sfera delle scelte individuali”.

“Die katholische Kirche setzt sich entschieden dafür ein“…

“La Chiesa cattolica – aggiunge il Santo Padre – si impegna fermamente perché venga dato il giusto riconoscimento alla dimensione pubblica dell’appartenenza religiosa”. Si tratta di un’esigenza non irrilevante nel contesto di una società maggiormente pluralista. Ma va fatta attenzione – spiega il Pontefice – che “il rispetto verso l’altro sia sempre mantenuto”.

“Der gegenseitige Respekt füreinander wächst nur auf der Basis“…
“Il rispetto reciproco – sottolinea il Papa – cresce solo sulla base dell’intesa su alcuni valori inalienabili, propri della natura umana, soprattutto l’inviolabile dignità di ogni persona. “Tale intesa non limita l’espressione delle singole religioni; al contrario, permette a ciascuno di testimoniare in modo propositivo ciò in cui crede”. In Germania – come in molti altri Paesi non solo occidentali – tale quadro di riferimento è rappresentato dalla Costituzione.

“Wir könnten uns fragen, wieso ein solcher Text“…

“Potremmo chiederci – osserva il Pontefice – come possa un tale testo, elaborato in un’epoca storica radicalmente diversa, in una situazione culturale quasi uniformemente cristiana, essere adatto alla Germania di oggi, che vive nel contesto di un mondo globalizzato ed è segnata da un notevole pluralismo in materia di convinzioni religiose”. I padri della Costituzione – ricorda il Papa – non prescindevano dalla propria appartenenza religiosa e per molti di loro “la visione cristiana era la vera forza ispiratrice”. Dovendosi confrontare con uomini con una “base confessionale diversa o addirittura non religiosa”, il terreno comune fu trovato nel “riconoscimento di alcuni diritti inalienabili”.

“Es ist nämlich nicht denkbar, daß eine Gesellschaft“…

“Non è pensabile, infatti, che una società possa sostenersi nel lungo termine senza un consenso sui valori etici fondamentali”. La collaborazione feconda tra cristiani e musulmani oltre ad essere possibile – sottolinea il Santo Padre – può contribuire alla costruzione di una società diversa.

“Als Menschen des Glaubens können wir, von unseren jeweiligen“…

“In quanto uomini religiosi, a partire dalle rispettive convinzioni – sottolinea il Papa – possiamo dare una testimonianza importante in molti settori cruciali della vita sociale”, tra cui la tutela della famiglia fondata sul matrimonio, il rispetto della vita in ogni sua fase e la promozione di una più ampia giustizia sociale. Una testimonianza – sottolinea rivolgendosi al Papa il prof. Mouhanad Khorchide, docente di Pedagogia della Religione islamica – che deve sempre attingere all’amore e alla misericordia di Dio: “Dove si tende una mano misericordiosa e benevola – osserva il docente musulmano – lì Dio si manifesta, lì c’è la misericordia, lì c’è Dio”. “Dove una madre abbraccia il suo bambino, dove si sorride a una persona, dove si compie un gesto di bontà (…) lì si rende percepibile Dio”.

Anche nel discorso pronunciato ieri durante l’incontro con i rappresentanti della comunità ebraica, l’accento è stato posto sull’importanza della fiducia, del rispetto reciproco e del dialogo. Rivolgendosi al Santo Padre, il presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, Dieter Graumann, ricorda i progressi compiuti nel dialogo tra ebrei e cristiani ma esprime anche la propria preoccupazione per la questione dei lefebvriani, la preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo e la Causa di beatificazione di Pio XII. Nel suo discorso, il Papa auspica poi una collaborazione sempre più proficua e ricorda quanto sia cresciuta la fiducia tra popolo ebraico e Chiesa cattolica. E aggiunge che la memoria è una delle colonne su cui fondare un futuro pacifico.

“Und heute befinde ich mich an einem zentralen Ort der Erinnerung“…

Mi trovo – spiega il Papa parlando dal Reichstag di Berlino – “in un luogo centrale della memoria, di una memoria spaventosa: da qui fu progettata ed organizzata la Shoah, l’eliminazione dei concittadini ebrei in Europa”. In questo luogo – aggiunge – bisogna anche richiamare alla memoria il pogrom della “Notte dei cristalli”, tra il 9 e il 10 novembre 1938. Pochi percepirono “tutta la portata di tale atto di umano disprezzo”.

“Die nationalsozialistische Schreckensherrschaft gründete“…

“Il regime di terrore del nazionalsocialismo – ricorda il Pontefice – si fondava su un mito razzista, di cui faceva parte il rifiuto del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, del Dio di Gesù Cristo e delle persone credenti in Lui”. Con il rifiuto del rispetto per questo Dio unico si perde sempre anche il rispetto per la dignità dell’uomo. Il Papa fa poi notare come in Germania si stia approfondendo, anche con una serie di iniziative ed incontri, il dialogo tra Chiesa cattolica ed ebraismo. Riferendosi in particolare all’affinità interiore con l’ebraismo, Benedetto XVI sottolinea anche che il messaggio di speranza è stato assimilato e sviluppato da giudei e da cristiani in modo diverso.

“Wir erkennen es nach Jahrhunderten des Gegeneinanders“…

“Dopo secoli di contrapposizione, riconosciamo come nostro compito il far sì che questi due modi della nuova lettura degli scritti biblici – quella cristiana e quella giudaica – entrino in dialogo tra loro, per comprendere rettamente la volontà e la Parola di Dio” (Gesù di Nazaret. Seconda Parte: Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione). In una società sempre più secolarizzata – afferma il Papa – “questo dialogo deve rinforzare la comune speranza in Dio”. “Senza tale speranza la società perde la sua umanità”.

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