Attentato di fondamentalisti palestinesi

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il Medio Oriente è stato scosso dal primo grave attentato condotto da fondamentalisti palestinesi dopo l’elezione di Abu Mazen: l’attacco, avvenuto nella Striscia di Gaza e costato la vita a sei israeliani, è stato condannato dal nuovo presidente palestinese. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

In Medio Oriente non si ricompone la frattura tra i miliziani dei gruppi estremisti ed il nuovo presidente dell’Autorità nazionale palestinese che durante la campagna elettorale aveva chiesto, senza ricevere risposte confortanti, la fine della violenza per rilanciare il processo di pace con Israele. Quattro giorni dopo l’elezione di Abu Mazen, un attacco condotto la scorsa notte da un commando palestinese al valico di Karni ha causato infatti la morte di 6 civili israeliani. Nell’esplosione hanno perso la vita anche due attentatori ed un altro integralista è stato ucciso durante una successiva sparatoria ingaggiata con i soldati dello Stato ebraico.

Azione rivendicata da Al Aqsa e Hamas

L’azione terroristica è stata rivendicata dalle ‘Brigate dei martiri di Al Aqsa’ e da Hamas. Il ministro della Difesa israeliano, Mofaz, ha duramente condannato l’attacco: “i palestinesi – ha dichiarato – fanno tutto il possibile per distruggere ogni speranza di creare una nuova realtà”. Subito dopo questo ennesimo episodio di violenza, è scattata la reazione dell’aviazione israeliana: un elicottero ha lanciato due missili contro il campo profughi di Deir el Balah, nella Striscia di Gaza. Al momento non si hanno notizie di vittime. Il governo di Tel Aviv ha anche chiuso i principali valichi di transito con la striscia di Gaza: si tratta dei varchi di Erez, Rafah e Karni.

Foto:

Israel Police [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

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