Attentati di Sharm el Sheikh: pista del fondamentalismo pachistano

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Egitto, le indagini della polizia sugli attentati di Sharm el Sheikh seguono la pista del fondamentalismo pachistano ma si concentrano anche su possibili contatti tra tribù di beduini, che potrebbero aver trasportato l’esplosivo attraverso il deserto, e cellule di Al Qaeda nel Paese arabo. Il bilancio dei morti, intanto, resta ancora provvisorio: secondo diverse fonti le vittime sarebbero 88, ma il governo del Cairo sostiene che i morti sono 64, tra i quali molti egiziani, due italiani, un inglese e un americano. Il servizio è di Amedeo Lomonaco:

La polizia egiziana ha reso noto che uno dei cinque attentatori potrebbe essere ancora in vita e ha ricostruito l’identikit di uno dei terroristi sulla base delle testimonianze raccolte. Su Internet è stata diffusa, intanto, la rivendicazione del sedicente gruppo dei Mujahedin di Egitto, che fornisce anche i nomi dei kamikaze, probabilmente di nazionalità pachistana. Dal Cairo gli inquirenti fanno sapere poi che sei pakistani, sospettati di avere legami con Al Qaeda, sono entrati illegalmente in Egitto il 5 luglio.

Si sospettano cellule fondamentaliste legate a Zawahiri

Gli inquirenti vogliono capire, inoltre, se la targa israeliana ritrovata tra le macerie dell’attentato appartenesse, come sembra, ad una delle auto imbottite di esplosivo. Secondo fonti di intelligence, il mezzo non ha superato il confine per eludere i controlli. Si sospettano anche cellule di fondamentalisti legate al medico Ayman Zawahiri, il numero due di Al Qaeda ed ex leader della Jihad islamica egiziana. Proprio Zawahiri ha più volte detto che la “via per liberare Gerusalemme passa per il Cairo”. Le indagini seguono anche la pista dei beduini. I racconti di molti turisti rivelano, infatti, che il giorno della strage i tassisti si sono rifiutati di recarsi a Sharm el Sheikh.

Fermate oltre 80 persone

Questo fa pensare che i tassisti, tutti beduini legati alle tribù che percorrono le piste del deserto, possano sapere qualcosa. Qualunque carico illegale, dalla droga all’esplosivo, viene trasportato infatti nel deserto per aggirare i posti di blocco. Le autorità hanno reso noto di aver già fermato un’ottantina di persone, tra cui alcuni beduini sulle montagne che circondano la piana di Sharm El Sheikh.

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