Arrivo a Mogadiscio del presidente somalo Yusuf

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Michael Durant's helicopter over Mogadishu. Mike Goodale rode on this one.

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Somalia cresce l’attesa per l’arrivo a Mogadiscio, previsto nelle prossime ore, del presidente somalo Yusuf. Ieri nella capitale, tornata sotto il controllo delle truppe governative, era arrivato il premier Gedi. Il primo ministro ha precisato che i soldati etiopi resteranno fin quando necessario e ha annunciato l’entrata in vigore della legge marziale. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Le milizie islamiche si sono ritirate da Mogadiscio e la capitale somala è presidiata, adesso, da truppe governative appoggiate da soldati inviati dall’Etiopia. Il primo ministro somalo, Mohamed Gedi, arrivato ieri nella capitale, ha reso noto che i soldati etiopi “resteranno in Somalia tutto il tempo” che “sarà ritenuto necessario”. “Ora deve iniziare la difficile sfida della ricostruzione del Paese”, ha detto il primo ministro, sottolineando l’urgenza di “restaurare la legge e l’ordine”. Il premier ha anche annunciato che per tre mesi sarà in vigore la legge marziale con lo scopo “di ristabilire la sicurezza”.

A Mogadiscio possibile ritorno dei ‘signori della guerra’

Ma a rendere complessa la situazione è anche la notizia del probabile ritorno a Mogadiscio dei ‘signori della guerra’, cacciati a giugno dalle Corti islamiche. Nella capitale somala la tensione resta quindi alta: la zona meridionale della città è stata invasa da centinaia di somali festanti per salutare l’arrivo del premier; nei quartieri settentrionali migliaia di persone sono scese in piazza, invece, per manifestare contro la presenza delle truppe etiopi. Si temono poi violenze e scontri tra sostenitori delle Corti islamiche e del governo somalo, riconosciuto come legittimo dalla Comunità internazionale.

Yusuf: la Somalia non sarà l’Iraq

Il presidente ad interim, Abdulahi Yusuf, che sta per arrivare a Mogadiscio, ha comunque dichiarato che “la Somalia non diventerà come l’Afghanistan o l’Iraq”. Dopo aver ringraziato l’Etiopia per il sostegno fornito al suo governo, Yusuf ha anche sottolineato che in futuro saranno le forze somale a garantire la sicurezza. Solo se necessario, ha precisato il presidente, il suo esecutivo chiederà l’intervento di forze di altri Paesi africani. Il Kenya, intanto, preoccupato dai possibili arrivi di miliziani islamici, ha deciso di chiudere le frontiere con la Somalia, garantendo però alla Croce Rossa internazionale la possibilità di varcare i propri confini per portare gli aiuti necessari alla popolazione.

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