Santa Sede firma Trattato per proibire armi nucleari

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, ha firmato, anche a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Tale strumento, adottato il 7 luglio 2017 al termine della Conferenza delle Nazioni Unite, è “una delle pietre miliari” dei meccanismi giuridici per arginare la minaccia globale posta dalle armi atomiche. Un contributo fondamentale per arrivare alla loro totale eliminazione.

Tensioni per il programma nucleare nordcoreano

Alle crescenti tensioni legate al programma nucleare della Corea del Nord si deve rispondere cercando di rilanciare i negoziati. Si devono in particolare superare – ha sottolineato mons. Gallagher in occasione della decima Conferenza per facilitare l’entrata in vigore del Trattato – la minaccia nucleare, la superiorità militare, l’ideologia e l’unilateralismo. Realtà  che ricordano la logica della guerra fredda.

Servono strategie lungimiranti

Il Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati ha anche ricordato quanto indicato da Papa Francesco nel messaggio dello scorso 23 marzo incentrato sul tema delle armi nucleari: “la comunità internazionale – ha scritto il Santo Padre – è chiamata ad adottare strategie lungimiranti per promuovere l’obiettivo della pace e della stabilità ed evitare approcci miopi ai problemi di sicurezza nazionale e internazionale”. “Un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca e potenzialmente di tutta l’umanità – ha ricordato il Pontefice – sono contraddittori con lo spirito stesso delle Nazioni Unite”.

Neccessaria un’etica di responsabilità

Pur non avendo illusioni sulle sfide legate al raggiungimento di un mondo libero dalle armi nucleari – ha osservato il presule – sono molto più scoraggianti i nuovi programmi e la continua proliferazione di armi nucleari. Le armi nucleari offrono un falso senso di sicurezza. La pace promessa dalla deterrenza nucleare si è rivelata e si rivela una tragica illusione. La pace e  la stabilità internazionale – ha affermato – non possono essere fondati sulla distruzione reciproca o sulla minaccia di annientamentoE’ essenziale – ha concluso mons. Gallagher – sostituire la logica di paura e di sfiducia con un’etica di responsabilità contribuendo a creare un clima di fiducia che valorizzi il dialogo multilaterale.

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