Allarme della Chiesa romena per la costruzione di un grattacielo

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Romania la Chiesa cattolica esprime il proprio disappunto per il progetto di costruzione, a Bucarest, di un grattacielo di 19 piani accanto alla cattedrale di San Giuseppe. L’arcidiocesi della capitale romena ha anche ribadito la propria preoccupazione per la staticità della cattedrale. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Nel cuore di Bucarest la cattedrale di San Giuseppe offre una ricca combinazione di bellezza ed eleganza affiancando lo stile romanico a diversi elementi gotici. A pochi metri da questo straordinario patrimonio artistico e religioso incombe minaccioso un grattacielo. I primi piani finora costruiti sono ingabbiati da impalcature che quasi toccano i contrafforti della chiesa. Nel 2007 i lavori sono stati interrotti in seguito a proteste e denunce. Ma lo scorso 25 giugno le autorità romene hanno convalidato l’autorizzazione a procedere nella costruzione dell’edificio che, una volta completato, sarà alto 75 metri.

Il commento di padre Ieronim Iacob

La decisione di consentire la ripresa dei lavori è stata accolta con stupore e disappunto dai cattolici, come sottolinea padre Ieronim Iacob, portavoce dell’arcidiocesi romano-cattolica di Bucarest:

“Lo stupore dei cattolici e di tutti gli uomini di buona volontà è indicibile. La sentenza, in totale contrasto con tutto l’iter giudiziario dei tre anni precedenti, calpesta tra l’altro la decisione del Senato della Romania, del febbraio 2006 e la dichiarazione del Parlamento europeo del settembre 2007”.

Sulla vicenda della cattedrale di San Giuseppe a Bucarest si è espresso anche Benedetto XVI che nel 2007, ricevendo l’ambasciatore romeno presso la Santa Sede, aveva chiesto “di preservare il patrimonio storico e i valori di fede che questa rappresenta, non solo per la comunità cattolica, ma per tutta la popolazione romena”. Se prevarranno gli interessi economici il grattacielo diventerà un albergo.

Proteste della comunità cattolica

A Bucarest, intanto, sono diverse le iniziative organizzate dalla comunità cattolica per protestare contro la costruzione. Domenica 12 luglio sono rimaste chiuse, senza la celebrazione della Santa Messa, le chiese dell’arcidiocesi dal Mar Nero al confine con la Serbia. Oltre sei mila persone hanno partecipato alla processione conclusasi davanti alla sede del governo. La scorsa settimana, poi, le porte della cattedrale di San Giuseppe sono rimaste aperte per nove giorni e nove notti. Ancora padre Ieronim Iacob:

“Si è svolta una novena d’adorazione continua, dinanzi al Santissimo Sacramento. Fedeli di ogni età e condizione sociale, sacerdoti, monaci e monache hanno pregato il Signore Gesù per allontanare la minaccia che incombe sulla nostra cattedrale”.

Stabilità della cattedrale a rischio

Si teme che il progetto edilizio possa compromettere la stabilità della cattedrale. Se i piani del grattacielo continueranno a salire verso il cielo le fondamenta della chiesa e degli edifici circostanti potrebbero, infatti, subire gravi danni strutturali. I cattolici aspettano la revisione della sentenza che autorizza la ripresa dei lavori e continuano a pregare in attesa del processo, previsto per il prossimo 28 settembre.

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