Adusbef: a rischio 60 miliardi in obbligazioni subordinate

 
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il decreto salva-banche varato dal governo ha evitato il fallimento di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti ma non ha salvaguardato più di 130 mila persone che hanno investito i loro risparmi, oltre 800 milioni di euro, in azioni e in obbligazioni subordinate sottoscritte con questi quattro istituti di credito. Alcuni di questi risparmiatori hanno protestato ieri, davanti a Montecitorio, denunciando quella che considerano “una truffa legalizzata”. Amedeo Lomonaco ha intervistato Elio Lannutti, presidente di Adusbef, l’Associazione difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi:

 

R. – Un crac che poteva essere evitato se solo ci fosse stata una vigilanza attenta della Banca d’Italia, che dovrebbe farsi carico di risarcire 130 mila famiglie. Con un tratto di penna il governo, che ha assecondato i desiderata dalla Banca d’Italia e della Bce, ha azzerato il sudore di tantissimi pensionati e lavoratori. Ieri c’è stata questa manifestazione davanti a Montecitorio. Sono state ricordate tante storie tragiche. Bisogna rivedere questo meccanismo del ‘Bail-in’ che, dal primo gennaio, addossa i dissesti bancari e l’omessa vigilanza della Bce e delle banche centrali alla povera gente. Ma un correntista che paga i costi dei conti correnti più alti d’Europa – 318 euro contro 114 della media europea – e che paga tassi degli interessi sui mutui molto più elevati, che non gestisce una banca, quale responsabilità ha se questa banca non è vigilata? Non ha alcuna responsabilità, quindi non può pagare!

Oltre 130 mila persone coinvolte

D. – Queste 130 mila persone cosa possono fare?

R. – Si devono organizzare. Noi abbiamo denunciato la Banca d’Italia a nove Procure della Repubblica, faremo citazioni in sede civile. Si devono associare e già stanno invitando a svuotare i conti correnti bancari. Il rischio più grande è che, mancando la fiducia, le banche saranno svuotate… Questo è il grave rischio.

Il governo studia la possibilità di un fondo

D. – Il governo, intanto, sta studiando la possibilità di un fondo. Si parla di almeno 100 milioni di euro proprio per rimborsare, almeno parzialmente, i risparmiatori di queste quattro banche …

R. – È un’elemosina. È un palliativo per cercare di placare l’ira da parte di un governo che ha fatto da “maggiordomo” alla Banca d’Italia.

A rischio un’ampia platea di risparmiatori

D. – Il caso di queste quattro banche è anche un campanello d’allarme che può coinvolgere altri istituti e una platea di risparmiatori molto più ampia…

R. – Proprio così. Bisogna dare informazioni e bisogna rivedere queste norme-capestro europee. Non è possibile continuare su questa strada. Bisogna rivedere le norme che, dal primo gennaio, significano esproprio criminale del risparmio. In pericolo ci sono 60 miliardi di euro di obbligazioni subordinate tossiche in pancia alle banche. Il consiglio che noi diamo è di andare agli sportelli bancari, di verificare se nel proprio portafoglio titoli ci sono quelle obbligazioni che, a partire dal primo gennaio, sono a rischio.

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