Giornata mondiale della libertà di stampa 2006

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Media, sviluppo e sradicamento della povertà”. E’ il tema della Giornata mondiale della libertà di stampa per il 2006, che si celebra oggi sotto l’egida dell’UNESCO. In vista della Giornata è stato anche diffuso, lo scorso 29 aprile, l’annuale rapporto di “FreedomHouse” che riconosce una maggiore libertà di stampa in Finlandia, Islanda e Danimarca. In questa speciale classifica, gli Stati Uniti figurano al 22.mo posto e l’Italia al 79.moposto, insieme con il Botswana e seguita dalla Repubblica Dominicana. La ricerca conferma anche la stretta relazione tra libertà di stampa e lotta contro la miseria. Ma perché la libertà di stampa favorisce la riduzione della povertà? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al vicepresidente della sezione italiana di “Reporter Senza Frontiere”, Domenico Affinito:

R. – La libertà di stampa influisce tantissimo sulla qualità della vita e quindi anche sulla povertà. Più circolano informazioni, più le persone hanno possibilità di migliorare anche le loro condizioni di vita. Facciamo qualche esempio: il fatto di sapere esattamente, in modo trasparente, come funziona il proprio Stato e quali possibilità offre, dà la possibilità di sapere a chi chiedere, come chiedere, cosa ottenere. La libertà di stampa, in questo senso, è fondamentale.

D. – Quando, dove e perché le parole “libertà” e “stampa” sono in contraddizione?

R. – Sono in contraddizione lì dove la stampa non è libera, in quei Paesi dove c’è la dittatura. Quest’anno abbiamo aggiunto per dare senso di quantostia peggiorando la libertà di stampa nel mondo, alcuni nomi alla nostra lista dei predatori della libertà di stampa, che è composta da 37 personaggi che detengono, nei loro Stati, il potere quasi assoluto. Le persone che abbiamo aggiunto quest’anno sono: Meles Zenawi, primo ministro etiope, Mahmoud Ahmadinejad, presidente della Repubblica Iraniana, i leader delle Tigri Tamil dello Sri Lanka e Diego Fernando Mario Bagnara, capo del paramilitari colombiani.

D. – Quali tendenze segue la mappa della libertà di stampa nel mondo?ù

R. – Possiamo dire che la libertà di stampa è più garantita nei Paesi occidentali, o comunque negli Stati più avanzati dal punto di vista economico. Ci sono alcune eccezioni ovviamente. In Occidente è più garantita perchè tutte le carte dei Paesi democratici prevedono la libertà di stampa e di espressione. Le zone più difficili sono quelle del Sud-Est asiatico, dell’Africa, alcuni Paesi dell’America del Sud, e ovviamente il Medio Oriente. Diciamo anche che nei luoghi teatro di conflitti notiamo sempre una minore libertà di stampa.

D. – A proposito di conflitti, di aree di guerra, nel 2005 sono stati uccisi 63 giornalisti. Come spiegare questo triste bilancio, il più pesante degli ultimi 10 anni?

R. – E’ il più pesante degli ultimi 10 anni perché da tre anni il Medio Oriente è sconvolto da una guerra. Anche in Iraq da tre anni c’è una guerra. Questo dato è legato ai conflitti in atto nel mondo. Però anche gli altri dati nel 2005 sono stati tutti fortemente negativi. L’anno scorso abbiamo avuto 807 giornalisti fermati dalla polizia, 1308 aggrediti o minacciati e 1006 media censurati.

D. – In questi ultimi anni ci sono state anche buone notizie da segnalare?

– Le buone notizie sono che alcuni giornalisti che erano stati rapiti lì, sono stati liberati, come la giornalista francese Aubenase l’italiana Giuliana Sgrena nel 2005, ma anche Jill Carrol nel 2006. Ci sono alcuni giornali che sono stati chiusi e poi riaperti: questa è un’altra buona notizia. Un’altra ottima notizia è che in Mauritania, le leggi sulla stampa, proprio grazie all’intervento di “Reporter Senza Frontiere” sono state riformate e migliorate.

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